Ieri era in agenda il quarto incontro tra sindacati e Governo sul tema previdenziale. Si tratta della quarta volta che il Governo, in Parlamento, si siede ad un tavolo di discussione con le parti sociali a discutere di problemi pensionistici. Incontri che prima erano sporadici e rari, adesso, dopo l’uscita della proposta di anticipo pensionistico del Governo, l’APE, adesso sembrano molto frequenti. Anche ieri come nel precedente incontro del 23 giugno, l’APE è stato solo sfiorato come argomentazione, perché l’attenzione dei soggetti interessati si è spostata su altro.
Ecco le novità più importanti di ieri, 28 giugno, attraverso le dichiarazioni di Poletti, Camusso e Barbagallo.
I tempi sono prematuri per l’APE
L’incontro di ieri era rigorosamente a porte chiuse ed in genere quando è così, l’impressione è che si discuta di cose molto importanti. Al termine della seduta, oltre che per merito di alcune indiscrezioni, molto si è saputo per via della nota emanata dal Ministro Poletti in questione, forse il più importante esponente del Governo (con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Nannicini) seduto al tavolo. Il Ministo ha spiegato che ieri, la discussione e l’attenzione della seduta non era sull’APE in senso stretto, ma abbracciava altre importanti problematiche di chi è già in pensione.
Si è discusso quindi dei temi molto a cuore ai sindacati. Perequazione delle Pensioni e loro indicizzazione è stato il primo punto in discussione, per cercare di stabilire un modo di rivalutazione degli assegni condivisibile.
Si è parlatoanche di no-tax area e di come può essere possibile allargare la platea dei pensionati che possono beneficiare di questa esenzione fiscale.
Di APE quindi niente discussione sui correttivi da inserire, perché Poletti ha addirittura ribadito che i tempi di attuazione di questa novità previdenziale non sono maturi. Se ne riparlerà probabilmente a settembre, dopo le vacanze per vedere se e come fare ad inserirla in Legge di Stabilità. Importante sarà valutare bene l’impatto sui conti pubblici e sulla finanziaria che verrà.
Non è una retromarcia, ma poco ci manca, e fa specie soprattutto dopo i proclami e la grande soddisfazione dei rappresentanti di Governo quando hanno parlato di APE.
CGIL e UIL non sono teneri con Governo
Pensione in anticipo si, ma in prestito e con l’obbligo di restituirla come un mutuo, in 20 anni, fino alla soglia degli 87 anni. Parliamoci chiaro, più contrari che favorevoli tra i lavoratori, sindacati contro, scarso appeal e forse, anche poca volontà delle banche di entrare in quel particolare mondo che è la nostra previdenza, di fatto hanno fatto stoppato un po’ la novità. Il Governo, dopo le ultime vicende della politica, con le amministrative andate male e con la Brexit inglese che può essere un incentivo per gli euroscettici in Italia, cerca di recuperare consensi.
Lo rimarca anche la Camusso, il Segretario Generale CGIL che ha sottolineato come è eloquente la ricerca del Governo di recuperare consensi visto che in due anni di mandato, si è dimostrato sempre restio a sentire le parti sociali su tutte le problematiche italiane, cosa che adesso non succede visto le frequenti convocazioni che arrivano da Governo. La presunta debolezza del Governo spinge la UIL e il suo leader, Barbagallo a chiedere la flessibilità in uscita per ottobre, ma anche di dare tempo alle parti sociali di trovare soluzione ad altri problemi come la distinzione tra previdenza ed assistenza. Tempo in più affinché vengano affrontati questi problemi, anche con provvedimenti a se stanti, magari anche dopo la manovra di autunno.