Cambiano le regole del pubblico impiego: la riforma della Pubblica Amministrazione che sta per essere varata dal ministro per la Funzione pubblica, Marianna Madia, prevederà una task force di esperti che giudicheranno ilrendimento lavorativo degli statali con conseguente assegnazione dei bonus di merito in busta paga. E' questa l'ultima novità che potrebbe essere contenuto nel Testo unico dei lavoratori pubblici che sarà varato dal Governo Renzi tra il mese prossimo e la fine dell'estate, al massimo entro l'autunno.

Statali: come avverranno i controlli sul rendimento lavorativo

Innanzitutto cambieranno i controlli sui dipendenti pubblici: la predisposizione delle cosiddette "pagelle"sul rendimento degli statalinon sarà più a cura della ex-Civit, ovvero di quella che oggi è l'Autorità anticorruzione, ma di una commissione di cinque membri, esperti di Pubblica amministrazione, che avrà compiti tecnici e consultivi relativi alla produttività degli impiegati pubblici. Dall'alto verso il basso, la commissione dovrà guidare il lavoro di controllo degli Oiv, ovvero delle sezioni giudicatrici che dovranno essere in grado di individuare i "furbetti" ed i "fannulloni", ma anche i più meritevoli dal punto di vista produttivo.

Ciascuna unità dovrà riuscire, autonomamente, a mettere in pratica i criteri di valutazione che sono contenuti nel decretorelativo alla semplificazione degli enti pubblici. La predisposizione delle nuove pagelle, sulla falsariga di tali decreti, arriverà proprio con l'approvazione del Testo unico.

Statali e rinnovo contratto: chi avrà l'aumento in busta paga?

Controllo di redditività sul lavoro, rinnovo del contratto degli impiegati statali e bonus di merito vanno tutti nella stessa direzione e si intersecano in più punti: perché se è vero che le pagelle andranno a penalizzare i fannulloni e a far scendere di livello i dirigenti che non dovessero raggiungere determinati target di produttività, la spartizione dei trecento milioni di euro messi sul piatto dal Governo Renzi per l'aumento in busta paga degli statali avverrà sulla base di un doppio criterio, avente un unico comune denominatore: non tutti riceveranno il bonus, ma gli statali verranno differenziati sia per il merito che per il non accreditamentodi stipendi elevati.

In altre parole, potranno sperare di vedersi aumentare lo stipendio gli statali che non superano un determinato livello di reddito secondo parametri graduali e che si siano contraddistinti per la produttività sul posto di lavoro. Da questo punto di vista, i sindacati hanno già espresso la propria contrarietà al progetto di riforma Brunetta del 2009, con premi variabili a 3/4 dei lavoratori. Se ne tornerà a discutere quando saranno ufficialmente aperte lecontrattazioni, dopo la riduzione dei comparti del pubblico impiego che decreterà anche quali sindacati ed in quali proporzioni potranno sedersi al tavolo.