Le ultime news di oggi 19 giugno raccontano qual è la situazione dei pensionamenti in Italia e perché la riforma pensioni 2016/2017, mediante lo strumento chiamato 'APE', rischia di essere un fallimento. L'idea di fondo che guida questo provvedimento sarebbe quello di conciliare le richieste per un'uscita anticipata dal mondo del lavoro con il minimo sforzo economico da parte dello Stato: la previsione di spesa per quanto riguarda l'APE, al momento, sarebbe di 600/700 milioni di euro all'anno, molto inferiori rispetto ad esempio alla proposta di Cesare Damiano, che sembra essere andata definitivamente in soffitta.
I dati Inps relativi al 2015 raccontano di una situazione molto complessa per i pensionati e per i pensionandi: gli assegni sono estremamente deboli e sembra difficile che un lavoratore possa accettare tagli così radicali sul proprio futuro assegno. In questo senso, il governo Renzi dovrebbe mettere in campo strumenti differenti o il fallimento potrebbe divenire realtà.
L'APE e l'Europa: news oggi 19 giugno riforma pensioni 2016/2017
Le ultime news sulla riforma Pensioni 2016/2017 raccontano soprattutto la firma da parte del governo Renzi di un documento dell'Eurogruppo che invita i paesi membri a favorire la permanenza sul posto di lavoro alle persone anziane: si chiede, in parole semplici, di mettere in campo provvedimenti di invecchiamento attivo della popolazione.
Come si concilia la proposta dell'esecutivo Renzi con la firma di questo documento? È possibile che l'esecutivo stia cercando di lavorare su un doppio piano: da un lato pensare una misura di riforma delle pensioni quanto più economica è possibile per le Casse dello Stato, dall'altro affiancare strumenti per l'invecchiamento attivo.
Uno scenario possibile è che l'esecutivo affianchi al mutuo ventennale dell'APE (già poco appetibile di per sé – come vedremo a breve), provvedimenti per favorire l'invecchiamento attivo. Questa sarebbe l'unica soluzione possibile per conciliare le esigenze che arrivano dall'Europa e quelle che arrivano dalla società civile italiana.
I dati Inps e il fallimento dell'APE: news oggi 19/06 riforma pensioni 2016/2017
Per comprendere perché la riforma pensioni all'insegna dell'APE possa rivelarsi un fallimento, occorre scorrere alcuni dati dell'Inps sui pensionamenti nel 2015. L'importo medio degli assegni di vecchiaia per l'anno scorso è stato di appena 630 euro al mese: poco più di 1000 euro per i dipendenti pubblici, circa 500 euro per i coltivatori diretti, poco più di 800 euro per i commercianti. La domanda che ci si pone è quale lavoratore possa decidere di utilizzare l'APE caricando il suo assegno già molto basso con un mutuo ventennale; in realtà, potrebbe accettare soltanto chi si trova in grave difficoltà economica, o coloro che hanno perso il lavoro e sono senza reddito (ma, in questo modo, non sarebbe una scelta, ma una sorta di 'necessità obbligata') o coloro che, andando in pensione, hanno la possibilità di dedicarsi ad altro, come la gestione di un negozio o un lavoro a nero.
Insomma, stando così le cose, l'APE non sembra destinato ad avere grande fortuna se alcuni coefficienti non vengono mutati: si resta, comunque, in attesa delle novità sul piano, come l'entità della rata di ammortamento in percentuale sull'assegno e le detrazioni fiscali per chi ha basso reddito. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.