Importanti novità sul fronte della riforma Pensioni. A cinque giorni di distanza dal nuovo confronto tra sindacati e governo, si conoscono i temi su cui Cgil, Cisl e Uil discuterà insieme al ministro del Lavoro Poletti e il sottosegretario della Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini. Fra gli argomenti caldi della riunione di martedì anche i lavoratori precoci e gli esodati, oltre alla pensione anticipata, risposte concrete per i lavori usuranti e rivalutazione degli assegni previdenziali.

Il confronto

La partita della nuova riforma pensioni prenderà il via il 14 giugno, quando i sindacati si confronterannocon i due esponenti dell'esecutivo Renzi su questioni molto importanti.

In una recente intervista, è stato lo stesso Domenico Proietti a confermare che la sua Uil, ma anche Cgil e Cisl, porteranno all'attenzione di Poletti e Nannicini le attuali condizioni dei lavoratori precoci e degli esodati, due delle categorie più colpite dalla legge Fornero. Un'ufficialità attesa da migliaia di persone.

A pochi giorni dalla riunione ritenuta fondamentale da più parti si conoscono dunque protagonisti e temi. Cesare Damiano, pur marginalmente, riveste un ruolo ancora importantissimo. La sua quota 41 per i precoci è infatti la richiesta ufficiale dei sindacati per questi lavoratori. L'opzione, ricordiamo, è contenuta all'interno della proposta di legge numero 857, la stessa dove è possibile ritrovare la proposta della pensione anticipata a 62 anni, fatta propria dalle tre sigle sindacali.

Non solo. Damiano negli ultimi giorni ha sottolineato l'intenzione di proseguire la battaglia per l'ottava salvaguardia per gli esodati. Un modo concreto per tenere vivo il problema che affligge ancora oggi migliaia di persone nel nostro Paese, nonostante lo scorso anno ci sia stata la settima salvaguardia, la soluzione del governo che però non ha raggiunto la totalità della platea.

Due fronti dunque attualissimi e di estremo interesse per la prossima riforma delle pensioni che la maggioranza è chiamata a varare.

Riflettori accesi anche sull'introduzione della pensione anticipata. Si è parlato tanto negli ultimi mesi della flessibilità in uscita. Riguardo a ciò, appare evidente la strada intrapresa dall'esecutivo con il sistema Ape, acronimo di anticipo pensione, su cui continua a lavorare Nannicini.

Allo stato attuale delle cose, Ape consentirebbe di andare in pensione a 63 anni. Il lavoratore, a fronte di 3 anni di anticipo, dovrà accettare un taglio dell'assegno previdenziale. La proposta a cui lavora il governo prevede inoltre il cosiddetto prestito pensionistico, con le banche protagoniste. Non per tutti però.

Meno cinque alla seconda riunione che metterà faccia a faccia sindacati ed esecutivo. Lavoratori precoci ed esodati guardano con estremo interesse alla data del 14 giugno. Il loro futuro, con tutta probabilità, verrà scritto quel giorno. Come auspicato da Cesare Damiano, un accordo già nel mese di giugno sui principali temi della discussione non è utopia. La riforma pensioni di Renzi è pronta a decollare.