Arrivano nuove dichiarazioni in merito alla chiamata diretta e alla legge 107/2015. Dopo l'accordo saltato con i sindacati, il Miur si sta apprestando a stilare le linee guida per la procedura della chiamata diretta. Si prevedono diversi titoli richiesti e i presidi ricaveranno fino a sei requisiti per la scelta del docente più adatto alla propria Scuola. Subito dopo l'approvazione delle linee guida spetterà ai dirigenti scolastici procedere alla scelta del docente in base alle esperienze e alle competenze che essi possiedono. Intanto arrivano importanti dichiarazioni dall'Anief.

'Si sta peggiorando la legge 107/2015'

L'Anief continua a non essere daccordo con il Miur riguardo alle linee guida per la chiamata diretta. Marcello Pacifico ha affermato che in realtà non cambia nulla se i requisiti richiesti sono di più o di meno. Come già emerge non è necessario essere in possesso di tutti i requisiti per poter fare richiesta. Se i dirigenti non troveranno il docente adatto, passeranno ad esaminare anche i docenti che avranno dei requisiti minori. Rimane comunque la possibilità del colloquio che potrebbe essere utile per la scelta. Anief ritiene che il modo di procedere vada a peggiorare la legge 107/2015, che già prevedeva diverse incongruenze e falle. Il presidente nazionale Anief, Pacifico, afferma che l'individuazione dei titoli non va a risolvere i problemi.

La logica dovrebbe essere che ogni scuola dovrebbe indicare i requisiti richiesti e senza che questi vengano decisi dall'esterno. Secondo la legge infatti, adecidere sono le varie scuole e non l'amministrazione centrale. Sempre secondo Anief, si sta cercando di scavalcare le modalità previste dal legislatore per spostare l'attenzione verso titoli che vanno a danno delle esigenze scolastiche.

Chiamata diretta: a breve le linee guida

Manca poco alla pubblicazione delle linee guida per la chiamata diretta. Ciò che emerge è che i docenti dovranno possedere dei titoli per poter lavorare con chiamata diretta. In particolare il Miur sta lavorando alla pubblicazione di una tabella che è divisa in tre aree: Esperienza, attività formative e titoli. Non tutti i docenti sono soddisfatti di queste richieste da parte del Miur e il numero alto di requisiti richiesti ha portato i sindacati a non firmare un accordo.