Non mancano le battute ironiche ma la questione della riforma Pensioni è seria. I sindacati, che sono pronti alla mobilitazione generale unitaria se non dovesse registrarsi realmente una inversione di tendenza in vista della legge di Stabilità 2017, non sembrano ancora per niente soddisfatti del'Anticipo Pensionistico lanciato dal Governo Renzi durante il tavolo di confronto. Il premier Matteo Renzi ha anche annunciato un logo ad hoc per l'Ape ma ancora non è stato presentato.

Pensioni e flessibilità, la Uil: pensione anticipata senza penalizzazioni

Prima di illustrare all'opinione pubblica e alle forze parlamentari la "proposta ufficiale" dell'esecutivo sulla riforma pensioni - e in particolare sulla flessibilità in uscita dal lavoro per l'accesso alla pensione anticipata - dovrà concludersi il confronto con i sindacati, come ha spiegato ieri il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti. I sindacati tengono naturalmente la situazione sotto controllo, rilanciano le loro proposte e fissano i paletti per la possibile condivisione della proposte del governo. "Ape o Lambretta che sia - ha dichiarato il segretario generale della Uil ironizzando sul nome dato da Renzi alla proposta per la flessibilità in uscita - è una questione su cui non mi accapiglio.

Il problema vero - ha aggiunto il dirigente sindacale - è dove vanno scaricati i costi".

Barbagallo: non siano i lavoratori a pagare la flessibilità in uscita

Il timore delle organizzazioni sindacali è che i costi dei prepensionamenti possano essere scaricati direttamente a carico dei lavoratori con pesanti penalizzazioni sugli assegni previdenziali.

Oppure con rate e interessi da pagare sul prestito pensionistico ventennale, quello che sostanzialmente sembra essere l'Ape di Renzi. "I costi - ha detto Carmelo Barbagallo - non siano scaricati sui lavoratori che perdono il posto di lavoro in prossimità della pensione o che sono - ha aggiunto secondo quanto riferisce l'Agi - in aziende in ristrutturazione.

Non è pensabile - ha sottolineato il leader della Uil ieri a margine di un convegno sul sud - far pagare per 20 anni il 20% a chi ha una pensione di 1.000 euro". Dunque è ancora ben lontano l'accordo tra esecutivo e parti sociali sulla riforma pensioni 2016; tuttavia è da registrare positivamente la prosecuzione del confronto tra le parti che comunque comincia a dare, seppur timidamente, i primi frutti.