Anche negli ultimi giorni sono stati molto ricchi i dibattiti sulla riforma pensioni: novità arrivano dalla cosiddetta 'Sinistra Italiana' (perlopiù transfughi del PD) che avrebbe intenzione di lanciare una nuova proposta che dovrebbe affrontare tutte le questioni sociali del paese, dalle Pensioni al lavoro passando per il welfare state. Nel frattempo, è tornato a intervenire anche Cesare Damiano, figura di spicco in tutte le ultime battaglie sulle pensioni (soprattutto per quanto riguarda gli esodati): dalle sue parole, si evince una vera e propria paura per il referendum di ottobre – il suo invito è quello di mettere in campo misure di riforma delle pensioni prima della tornata referendaria, sperando in questo modo di ricucire lo strappo con l'elettorato storico della sinistra.
Insomma, il PD ha paura di perdere tutto: la linea del governo Renzi e l'idea di 'un uomo solo al comando' deve essere cambiata se si vuole continuare a tenere il potere. Infine, i lavoratori precoci restano in attesa dei 'calcoli' della Ragioneria di Stato e delle parole di Tommaso Nannicini per 'scoprire' se è ancora possibile sperare in una Quota 41. I continui rinvii (da anni ormai) non lasciano, comunque, ben sperare.
Il 'social compact' per la riforma del lavoro e delle pensioni: novità oggi 18/07
La cosiddetta 'Sinistra Italiana', l'ala scissionista del Partito Democratico a seguito dell'esperienza di governo di Matteo Renzi, sta cercando visibilità e spazio di azione politica soprattutto a 'sinistra': sul tema del lavoro e della riforma pensioni, novità arrivano da quella che vorrebbe essere una proposta onnicomprensiva che va sotto il nome di 'social compact'.
Alfredo D'Attorre, figura di spicco di questa nuova formazione politica, ha dichiarato che, in questo momento della vita sociale e politica dell'Italia, è necessaria una vera e propria 'terapia shock' per ridurre le disuguaglianze che attanagliano il paese. Sul tema della riforma pensioni, la proposta, non ancora definita nei particolari, intende muovere su due direzioni: la prima riguarda un'uscita anticipata senza che però il pensionando debba indebitarsi con le banche; la seconda concerne un trattamento migliorato per quanto riguarda le pensioni minime.
Lo spazio lasciato libero a sinistra dal PD, sempre più partito che guarda a un elettorato storicamente di destra (gli osservatori notano che la politica dei 'bonus' e degli 'una tantum' assomiglia molto al procedere utilizzato da Berlusconi in passato), vorrebbe essere occupato da questa nuova formazione: il problema riguarda il radicamento nel territorio di una formazione presente al momento soltanto in parlamento.
La 'paura' di Damiano: ultime novità riforma pensioni oggi 18/07
Cesare Damiano sta diventando il più strenuo difensore dell'esperienza di governo di Matteo Renzi: i suoi interventi, soprattutto sulla questione della riforma pensioni, solitamente riguardano più la dimensione politica che non quella strettamente previdenziale. Ancora in questo fine settimana, Damiano ha ribadito quello che per lui è un concetto fondamentale: in vista del referendum di ottobre, occorre mettere in campo una riforma pensioni che possa facilitare l'esito positivo della consultazione. Il ragionamento è, dunque, tutto di ordine strettamente politico: il governo Renzi deve lavorare di concerto con i sindacati e mostrare la sua apertura alle istanze che provengono dal basso, altrimenti l'esperienza di governo non può che volgere al termine e il PD perdere definitivamente contatto con il suo elettorato storico.
Sembra, insomma, che la riforma pensioni sia connessa più al gioco elettorale e politico che non a esigenze di carattere sociale ed economico. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.