Non è servita l'ultima, lunghissima, giornata di trattative tra Miur e sindacati per ricucire lo strappo di martedì scorso sulla questione riguardante la chiamata diretta: al termine dell'incontro, infatti, è arrivata la 'fumata nera', la rottura definitiva.
La principale ragione del mancato accordo è da ricondursi al numero e alla tipologia dei requisiti proposti dal Miur: i dirigenti di Viale Trastevere ne avevano proposti oltre 40 mentre i sindacati erano disposti ad arrivare ad un numero massimo di undici.
Ultime news scuola, venerdì 15 luglio 2016: salta l'accordo sulla chiamata diretta, è rottura definitiva
Al termine dell'estenuante confronto, è arrivato il comunicato congiunto di Flc-Cgil, Cisl, Uil e Snals-Confsal, nel quale si parla di negoziato fallito a causa dell'inflazione di requisiti che l'amministrazione centrale avrebbe preteso di inserire nell'accordo. Durissime le parole del comunicato, visto che si parla di 'ministro che porta per intero la responsabilità di questa scelta', nonchè di un 'atteggiamento arrogante del Miur', a causa del quale sono venute meno le garanzie di imparzialità delle procedure concordate.
Secondo i sindacati, l'obiettivo è quello di trasformare la Scuola 'in una sorta di mercatino delle competenze più disparate' con una sovrabbondanza di requisiti che poco o nulla hanno a che vedere con lo spostamento dei docenti dagli ambiti alle scuole.
Chiamata diretta, sindacati: 'Miur arrogante, dobbiamo difendere dignità professionale degli insegnanti'
'Ci hanno presentato un album di figurine', si legge ancora nel comunicato mentre i sindacati puntano, invece, a mettere in atto un sistema efficace, dove vengano evitati eccessi di concorrenza tra le scuole e gli insegnanti e dove venga valorizzata la professionalità di questi ultimi al servizio di quelli che sono realmente i bisogni delle scuole.
Ed è per questo, si conclude così la nota sindacale, che 'non accetteremo passivamente delle misure che possano ledere la dignità professionale dei docenti'.
Ci si chiede, a questo punto, cosa potrà accadere e cosa ne sarà delle migliaia e migliaia di insegnanti che si ritroveranno negli ambiti territoriali e che dovranno essere collocati attraverso la chiamata diretta. L'ipotesi più probabile è quella legata all'atto unilaterale disposto dal Miur, atto che richiamerà, purtroppo, quanto contenuto nella legge 107.