Si tratta di una vera e propria situazione di stallo per quanto riguarda i confronti sulla riforma pensioni: ultime notiziearrivano dall’ormai solito Cesare Damiano che è intervenuto sul nodo delle penalizzazioni, per quanto concerne il dispositivo APE, facendo una richiesta che è apparsa, sin dalla sua prima formulazione, assolutamente irrealizzabile. Ma la giornata di ieri è stata importante soprattutto per i dati che sono arrivati dall’Inps e dal Global Retirement Index 2016: da un lato, infatti, si segnala come in Italia l’impatto della riforma Pensioni Fornero abbia portato a un abbassamento dei nuovi pensionati e a un invecchiamento della classe lavoratrice piuttosto netto – il contraltare è l’alto numero di giovani, mantenuti da genitori e nonni che non possono andare in quiescenza; il secondo mostra quanto sia arretrata l’Italia anche dal punto di vista pensionistico – si tratta infatti di una classifica globale sui sistemi pensionistici di tutto il mondo: anticipiamo subito che l’Italia si posiziona soltanto al 28° posto (l’analisi compara 43 nazioni ‘sviluppate’).

Il ‘sogno’ di Damiano e la riforma pensioni: ultime notizie oggi 22 luglio

Il ruolo di Cesare Damiano sembra essere oramai chiaro, soprattutto da quando si parla del referendum costituzionale di ottobre o novembre: l’ex ministro del Lavoro, da sempre molto attento alle esigenze dei pensionati e dei pensionandi, è divenuto il pungolo del governo Renzi e del PD e rappresenta il volto ‘buono’ dei Dem. E così anche nella giornata di ieri è tornato sulla questione della riforma pensioni APE, di cui non si conosce quasi nulla del merito, e ha lanciato una sua proposta che è stata battezzata immediatamente come un ‘sogno’: tutti coloro che percepiscono un assegno entro i 2mila euro non dovrebbero essere soggetti a penalizzazioni, così come anche i lavoratori precoci con 41 anni di contribuzione, i diversamente abili, i disoccupati, coloro che si trovano a svolgere mestieri usuranti.

La proposta difficilmente potrà essere accolta da parte di Tommaso Nannicini, il quale ha annunciato sì una gradualità nelle penalizzazioni, ma è difficile che permetta alla maggior parte degli italiani di andare in pensione anticipatamente senza penalizzazioni – Giuliano Poletti ha sempre affermato che chi vuole andare in quiescenza prima, deve pur pagare questo ‘privilegio’.

Quello che stupisce – come hanno sottolineato molti osservatori – è che Cesare Damiano abbia accolto oramai con favore l’ipotesi APE, mediante la quale un lavoratore deve indebitarsi per avere quello che ha versato di contribuzione nell’arco della vita.

I dati allarmanti sul sistema italiano delle pensioni: ultime notizie oggi 22 luglio

Per quanto riguarda il sistema pensioni, ultime notiziearrivano dall’Inps e dal Global Retirement Index 2016: l’istituto previdenziale ha sottolineato come vi siano state il 34% di pensioni liquidate in meno (si resta a lavoro di più con la riforma pensioni Fornero ‘a regime’) e addirittura quasi il 50% in meno di assegni sociali, a causa probabilmente di una variazione nei coefficienti. Insomma, l’Italia è il paese in cui a lavorare sono le persone anziane, mentre i giovani sono ancora alla ricerca di una prima occupazione. Ma non è tutto: il Global Retirement Index 2016 pone l’Italia al 28° posto (su 43 nazioni analizzate) in una classifica molto particolare che riguarda l’efficienza del sistema previdenziale e le politiche pensionistiche messe in campo dai governi; l’Italia, in parole semplici, non ha politiche previdenziali di rilievo e i pensionati italiani se la cavano peggio dei colleghi occidentali e non: la Norvegia si aggiudica il primo posto, la Svizzera il secondo, Nuova Zelanda e Islanda il terzo. Per aggiornamenti, cliccate su ‘Segui’ in alto sopra l’articolo.