Tra Renzi e la scuola il rapporto è decisamente tribolato. Costretto a destreggiarsi tra le proteste dei docenti trasferiti al nord e quelli respinti al concorso, non immaginava che le cose potessero deteriorarsi al punto di rischiare di perdere consensi in vista del prossimo referendum costituzionale. Dopo aver investito parecchi soldi (3 mld. di euro) ed aver assunto 120.000 docenti, il passaggio successivo avrebbe dovuto essere quello di emanare i successivi decreti attuativi della riforma. La valanga di contestazioni che ha travolto l'esecutivo guidato da Renzi ha consigliato di rimandare i decreti attuativi a dopo il referendum.
Frenata sui decreti attuativi
Le vicende della mobilità, con le assegnazioni provvisorie che hanno scatenato la protesta dei docenti residuali delle Gae, hanno prodotto la convinzione a Palazzo Chigi che sia meglio rimandare a dopo la consultazione referendaria l'attuazione delle deleghe cosiddette in bianco. La vittoria del Sì è più importante della riforma della scuola e così si congelano nuovamente il progetto 0-6 e la nuova legge di formazione e reclutamento degli insegnanti. Il premier che si era già lasciato sfuggire l'insoddisfazione (“se fossimo stati più bravi “cit.) per la gestione assolutamente pessima della mobilità, lanciando un siluro alla Giannini incapace di gestirla al meglio, ha deciso di concentrare l'attenzione sulla prossima legge di stabilità rinviando le deleghe sulla scuola a dopo il referendum.
Nel frattempo èancora ricerca disperata di supplenti in diverse regioni dove si sta attingendo addirittura da III fascia per il sostegno.
Posizioni contrapposte
Le giustificazioni addotte dalla Giannini per spiegare la complessità delle operazioni per la messa a regime della 107, col piano della mobilità e il concorso docenti, non hanno affatto riappacificato gli animi anzi; gli stessi sono peggiorati al punto tale che i tribunali sono intasati dai ricorsi.
In questi momenti stanno piovendo quelli per ottemperanza per l'inserimento con la riserva in Gaee le sigle sindacali hanno mandato a dire per iscritto al Presidente della Repubblica che gli errori sono stati tanti. Va posto rimedio urgente ai guasti di una legge che in questo momento ha soltanto avuto l'effetto di lasciare scoperte tantissime cattedre e di non ha affatto eliminato il precariato.