Le ultime novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 12 settembre si riferiscono alle pesanti dichiarazioni di Tito Boeri e alle cifre di Tommaso Nannicini, che insieme al ministro Poletti ha lavorato all'anticipo pensionistico (Ape), vero punto di forza della riforma Pensioni per il 2017. Dai vitalizi politici al costo della pensione anticipata, fino alla questione delle pensioni più alte. Ci sono tanti argomenti da prendere in esame questa mattina. Come sempre, quando a parlare è il presidente dell'Inps.

Pensioni, Boeri "ripensa" ai vitalizi e Nannicini "dà i numeri"

Le ultime notizie sulle pensioni hanno per protagonista Tito Boeri, intervistato da Presadiretta, intervista che vedremo oggi in prima serata su Rai 3. Il numero uno dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha discusso in merito alla nuova riforma pensioni, ponendo nuovamente l'accento su un concetto a lui caro, quello dell'equità. Per Boeri il problema risiede lì, e non nella sostenibilità. A finire nell'occhio del ciclone, ancora una volta, i politici.

La guerra ai vitalizi non è una battaglia nuova agli occhi del professore della Bocconi, il quale ha chiaramente parlato dell'esistenza di alcune persone - i politici - che prendono vitalizi ingiustificati alla luce dei contributi versati in precedenza.

Un affondo durissimo, che vede l'economista italiano in prima linea e forse anche solo, viste le reazioni precedenti della classe politica e degli altri addetti ai lavori, ma sopratutto per il fatto che nulla è cambiato e nulla è destinato a cambiare.

Se si intervenisse sui vitalizi, afferma Boeri, si avrebbe maggiore spazio per rendere migliore la flessibilità in uscita, magari con una pensione anticipata a 62 anni anziché a 63 anni, come invece prevede l'Ape.

Ricordiamo che 62 anni è il limite d'età posto da Cesare Damiano all'interno del suo ddl numero 857, nel quale si faceva riferimento ad un anticipo di 4 anni con una penalizzazione del 2 per cento per ogni ogni di anticipo.

Durante l'intervista a Presadiretta, il presidente Boeri ha rispolverato anche un suo vecchio cavallo di battaglia per la prossima riforma delle pensioni, quello relativo ad una forma di sostegno per una precisa fascia di lavoratori - verosimilmente gli over 55 - che si trova in condizioni di povertà prima del raggiungimento della pensione, altra misura che non sembra comparire all'interno del pacchetto pensioni studiato dal governo, per il quale la spesa si aggira, sottolineiamo, intorno ai 2 miliardi di euro.

Ma quella di ieri è stata una giornata molto importante perché Tommaso Nannicini si è finalmente sbottonato sui costi dell'Ape, ancora una volta durante l'intervista a Presadiretta. Per un lavoratore che percepisce mille euro al mese e decide di andare in pensione con un anno di anticipo, il taglio mensile all'assegno previdenziale sarà di 50 euro per 20 anni. Facendo un rapido calcolo, in un anno il pensionato perderebbe 600 euro. Moltiplicato per 20 si arriva a 12.000, a fronte di 240.000 euro elargiti di pensione. La penalità sarebbe dunque del 5 per cento.

Nannicini ha quindi sottolineato che il prestito pensionistico è valido per tutte le categorie di lavoratori, dagli autonomi fino agli artigiani e commercianti.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha parlato anche di un intervento per le pensioni al di sotto dei mille euro, per le quali dovrebbe esserci un bonus, legato ai contributi versati, grazie al quale si potrebbe arrivare ad ottenere fino a 400 euro.