Le ultime novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 11 settembre ci riportano le dichiarazioni di Matteo Renzi e le previsioni circa l'aumento della quattordicesima all'interno del pacchetto previdenziale da 2 miliardi di euro che darà il via alla riforma Pensioni per il 2017, con l'introduzione, tra le altre cose, della pensione anticipata e dell'abolizione delle ricongiunzioni onerose, che vanno definitivamente in soffitta. Resta ancora da decidere il destino dei lavoratori precoci che chiedono quota 41.

Pensioni, le risposte di Renzi e focus sulla quattordicesima

Le ultime notizie sulle pensioni pongono la lente d'ingrandimento sulla risposta di Matteo Renzi al direttore di Libero Vittorio Feltri, che qualche giorno prima aveva scritto come il premier, in materia previdenziale, stesse sbagliando tutto. Diversi gli argomenti toccati dal primo ministro italiano, che ha difeso la sua riforma, spiegando come per lui l'intervento sulle pensioni più basse sia necessario per una questione di equità.

Renzi ha spiegato che per la prima volta da un paio di anni a questa parte si parla di aumento delle pensioni e non di riduzione, un passo in avanti ritenuto importante dal presidente del Consiglio, il quale sottolinea come le decisioni nel merito saranno prese nel corso delle prossime settimane, confermando nuovamente come nelle tasche dei pensionati italiani anziché le mani (dello Stato) finiranno più soldi.

Un punto su cui l'ex sindaco di Firenze ha voluto premere con decisione.

Al pari dell'intervento per favorire un aumento delle pensioni basse, Renzi ha ricordato anche l'introduzione della pensione anticipata a 63 anni, con cui si darà la possibilità al pensionando di lasciare il posto di lavoro in anticipo fino ad un massimo di 3 anni in cambio di una piccola rinuncia del proprio assegno di lavoro.

Si andrà dunque ad intervenire su quella che era stata una delle criticità più evidente della precedente riforma Fornero, con tutte le conseguenze che ci sono state.

A quanto ammonta la "piccola rinuncia" del pensionando per andare in pensione un po' prima rispetto al limite fissato dall'attuale riforma previdenziale? Secondo le ultime indiscrezioni, si pensa ad un taglio pari al 5 per cento per ogni anno di anticipo quasi il triplo rispetto al 2 per cento previsto da Damiano nel disegno di legge numero 857.

Per le classi più disagiate invece, come ad esempio disoccupati o disabili, il taglio per ogni anno non dovrebbe superare il 3 per cento.

Un altro probabile punto di forza della riforma delle pensioni per il prossimo anno sarà l'aumento della quattordicesima, con l'estensione della platea fino ad un milione in più di pensionati, con la soglia massimo di reddito che da 750 euro passa a 1.000 euro. Gli importi devono considerarsi lordi. La quattordicesima, ricordiamo, è quell'assegno supplementare che i pensionati percepiscono nell'arco solare e che corrisponde ad un importo massimo di 500 euro.

Resta invece da sciogliere il futuro della quota 41 per i lavoratori precoci. Sulla carta quota 41 per tutti non è una strada, risorse alla mano, più praticabile, di fronte ai soldi stanziati dall'esecutivo per il pacchetto pensioni, ma rimane in piedi il bonus contributivo per i precoci, che sarà al centro della discussione tra la stessa categoria e Tommaso Nannicini durante il loro prossimo incontro.