Doveva essere l'anno zero per gli abilitati della II fascia che hanno superato le prove del concorso 2016 voluto dal ministro Giannini e decantato dall'on. Faraone come la soluzione al precariato. Ma la realtà è molto diversa dalle dichiarazioni programmatiche del governo che vanta la stabilizzazione di 180 mila insegnanti tra piano straordinario e concorso docenti. Il fallimento su tutta la linea descritto dalle cronache dei giornali coglie di sorpresa le famiglie degli studenti italianiche giovedì 15 si misureranno con il primo sciopero della stagione.

La beffa dei vincitori senza cattedre si consuma mentre in Sicilia il premier viene contestato dai docenti.

I numeri del fallimento

Avrebbero dovuto prendere servizio in ruolo al 1° settembre ben 63 mila insegnanti con il concorso docenti. Ma i forti ritardi manifestatisi in tutte le regioni non hanno consentito di conseguire questo risultato. Per la primaria infanzia siamo ancora in alto mare con gli orali rimandati a novembre. In totale la percentuale di completamento delle graduatorie di merito è pari al 35%, numero che comprende le correzioni delle prove per i docenti della Scuola di I e II grado. E' il caso degli istituti tecnici toscani dove i procedimenti giudiziari in atto nei tribunali fanno dire niente immissioni in ruolo da graduatorie di meritoper molte cdc.

Il Paradosso

Dal concorsone 2016 le anomalie sono andate oltre i ritardi di correzione delle prove. I docenti che lo hanno superato hanno avuto la sgraditissima sorpresa di non vedere più le cattedre, inspiegabilmente ritirate dall'amministrazione dalla disponibilità dell'organico di diritto per il nuovo anno. A Livorno, una docente di musica che era stata promossa dopo lo svolgimento delle prove, ha avuto la notizia dopo sole 24 ore che per lei non c'era la cattedra.

Tutto azzerato, posti scomparsi. E così le cattedre dell'anno 2016/2017finiranno ancora una volta appannaggio dei precari delle graduatorie ad esaurimento e di quelle di istituto. Prevista una pioggia di convocazioni per il sostegno.