Le ultime novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 7 settembre ci riportano le dichiarazioni di Matteo Renzi a Porta a Porta, trasmissione di Bruno Vespa. Sembra ormai ufficiale, nella legge di Stabilità per il 2017 ci sarà un intervento che aprirà alla prima fase della nuova riforma Pensioni. Il punto cruciale sarà quello relativo alla pensione anticipata, ribattezzata come Ape, ma ci sarà spazio anche per l'aumento delle pensioni minime, attraverso una sorta di quattordicesima.

Pensioni, Renzi parla di minime e anticipo pensionistico

Le ultime notizie sulle pensioni non fanno altro che confermare quanto si supponeva da tempo.

Sì all'introduzione della pensione anticipata a 63 anni, con la rinuncia ad una piccola parte dell'assegno da parte del pensionato, che varierà da caso a caso. Il premier ha inoltre fatto anche un esempio, sottolineando come se una persona prende 1.500 euro al mese, potrà andare via accettando di prendere 1.470 euro. Chiaramente, come ha affermato lo stesso presidente del Consiglio, trattasi di un semplice esempio, dunque i numeri non vanno presi alla lettera.

Nessun riferimento all'anticipo pensionistico con prestito bancario ventennale, uno dei punti più discussi dell'intero impianto dell'Ape, così come non si sono quantificate le penalizzazioni, forse decisive per la buona riuscita o meno del piano.

Alcune categorie, le più indigenti, dovrebbero, stando alle ultime indiscrezioni, vedere tali penalizzazioni praticamente azzerate, mentre per gli altri si parla di un taglio tra il 4 e 7 per cento.

Sì anche all'aumento delle pensioni minime. L'aiuto dovrebbe andare a chi percepisce un assegno mensile inferiore ai 750 euro.

Quest'ultimi riceverebbero un bonus di 50 euro al mese. Non si parla più quindi dell'estensione del famoso bonus 80 euro anche per coloro che percepiscono l'assegno pensionistico più basso. Vedremo in che modo verrà presentato tale provvedimento all'interno del pacchetto previdenziale, il cui costo ricordiamo dovrebbe aggirarsi intorno ai 2 miliardi di euro.

Nessun accenno alla questione dei lavoratori precoci. Dalle ultime però sembrerebbe che il bonus contributivo per i precoci possa rientrare all'interno delle misure per i pensionandi (vedi anticipo pensionistico) e che dunque almeno per i "veri precoci", vale a dire coloro che hanno almeno un anno di contributi versati tra i 14 e 18 anni, possa esserci un aiuto da parte del governo nel pacchetto pensioni messo a punto per la prossima legge di Stabilità.

L'argomento delle pensioni dei lavoratori precoci è tra i più discussi in rete, grazie anche al lavoro immane compiuto dagli amministratori del gruppo Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, i quali dovrebbero avere nei prossimi giorni un incontro con Tommaso Nannicini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, una delle figure di riferimento in questi ultimi mesi per il fronte previdenziale, così come Cesare Damiano, il quale auspicava nel ddl 857 quota 41 per tutti i precoci.

Rimaniamo in attesa di nuovi aggiornamenti sulle prossime mosse del governo. Rimangono in ballo infatti interventi quali l'abolizione delle ricongiunzioni onerose e l'innalzamento della no tax area. In particolar modo il primo dovrebbe essere incluso nella riforma. Da seguire con attenzione anche la questione relativa all'ottava salvaguardia per gli esodati. Per tutti gli aggiornamenti cliccate Segui in alto a destra.