Il rapporto ocse 2016 sulla Scuola rivela 'dati impressionanti', per usare le parole della Uil scuola, sugli stipendi dei docenti e sulla spesa destinata all'istruzione nel nostro Paese. Mentre fra il 2008 e il 2013 il Pil italiano ha perso l'8%, il calo della spesa pubblica è stato del 14%. Nonostante il Governo Renzi abbia investito qualcosa in più nell'istruzione, i risultati sono ancora pochi. Ma che dire degli stipendi dei docenti? Il calo è del 7% in termini di potere d'acquisto. Analizziamo il rapporto OCSE in sintesi.
Rapporto OCSE 2016 scuola
Analizzando il rapporto OCSE sulla scuola, l'Italia non ne esce in piedi. A fronte di un calo dell'8% del PIL, la spesa per l'istruzione è scesa del 14%. Ciò dimostra che l'abitudine di non spendere per la scuola non è dovuta alla situazione economica, ma ad una tendenza della nostra politica. Sempre nello stesso periodo, emerge che le famiglie hanno avuto un aumento della spesa per l'istruzione del 21%. E che dire dei nostri docenti? Risultano essere i più vecchi e tra i meno pagati (76 – 93% dei salari medi). Per questo la UIL ribadisce la necessità di un intervento immediato sui contratti nazionali e sulle pensioni, in modo da favorire nella nostra scuola il ricambio generazionale.
Di seguito altri dati interessanti del rapporto.
I neet sono aumentati del 10%;
l'offerta universitaria non viene tenuta molto in considerazione;
si preferisce la scuola tecnico-professionale, però la formazione professionale non risulta essere ottimale;
l'Italia ha raggiunto solo due su dieci dei parametri individuati dall’ONU per la garanzia dell'accesso all'istruzione per tutti; bisogna quindi lavorare ancora molto per garantire il diritto allo studio.
Fattore di rilievo, secondo l'OCSE la contrattazione collettiva è una base di successo.
Ma in Italia, soprattutto nell'ultimo periodo, i rapporti fra sindacati e Miur sono andati a rilento. Resta aggiornato sulle notizie provenienti dal mondo scolastico, cliccando sul tasto che trovi in alto: “Segui”.