Tiene banco, in tema di riforma delle Pensioni, l'idea dell'anticipo pensionistico elaborata dal Governo Renzi per assicurare la pensione già a partire dai 63 anni rispetto ai 66,7 necessari per la pensione di vecchiaia. La pensione anticipata, conosciuta con l'acronimo Ape, potrà essere garantita solo a fronte del prestito corrisposto per la copertura dei tre anni e sette mesi (o anche meno, a scelta del contribuente) che separano l'uscita da lavoro dalla pensione di vecchiaia a decorrenzadalla quale, però, il pensionato dovrà pagare le rate ad estinzione del debito per venti anni.

Le ipotesi che si stanno facendo negli ultimi giorni riguardano la possibile esenzione delle fasce più deboli dal pagamento delle rate.

Pensioni anticipata 2016, quali categorie potrebbero non rimborsare il prestito?

Nella identificazione dei contribuenti maggiormente in difficoltà e che potrebbero essere poco attratti dall'idea di dover rimborsare il prestito, i tecnici dell'Esecutivo hanno individuato alcune categorie la cui andata in pensione anticipata con l'Ape di Renzi potrebbe non comportare alcun costo per il futuro. L'azzeramento totale, o con una percentuale ridotta di restituzione fissata al limite del 2,9 per cento, potrà essere assicurato solo tramiteil meccanismo delle detrazioni fiscali e potrebbe essere previsto per i disoccupati di lungo corso al termine della fruizione di tutti gli ammortizzatori sociali (e tra questi rientrerebbero anche gli esodati), i lavoratori impegnati in attività usuranti, i contribuenti precoci (con inizio dei versamenti contributivi dai quattordici anni) e i disabili (o coloro che si prendano cura di un parente disabile).

Anticipo pensionistico 2016, sotto i 1500 euro di pensione niente rimborso?

Pertanto è stata individuato un tetto di reddito al di sotto del quale chi percepirà la pensione anticipata dal 2017 potrebbe non dover rimborsare le rate del prestito pensionistico: tutte le categorie sopra descritte non dovrebbero superare il limite dei mille e cinquecento euro lordi, in base alla pensione futura calcolata dall'Inps.

Dalle detrazioni rimarrebbero fuori, pertanto, i contribuentiche dovessero andare in pensione con un assegno mensile maggiore, ai quali spetterebbe il rimborso sia del prestito che della quota dell'assicurazione sullo stesso.