Rompe il silenzio e parla della riforma Pensioni allo studio del governo il premier Matteo Renzi. La prima notizia che il premier fornisce oggi sul sistema previdenziale è quella sulla flessibilità in uscita dal lavoro per l'Anticipo Pensionistico, la nuova formula di pensione anticipata che Renzi ha sintetizzato con l'acronimo Ape, che dovrebbe essere raffigurato in un logo, secondo quanto annunciato.

Renzi rompe il silenzio e parla di riforma pensioni

"Tutti quelli che stanno tre anni prima della pensione - ha detto il presidente del Consiglio - se accettano l'anticipo pensionistico che costi una inezia o accordi con gli imprenditori - ha spiegato Renzi - possono decidere di andarsene".

La riforma pensioni, ha confermato il premier e leader del Pd intervistato da Bruno Vespa durante la registrazione di Porta a Porta che andrà in onda stasera, troverà spazio nella legge di Stabilità 2017 che sarà varata in autunno. Oltre alla questione della flessibilità per i prepensionamenti che è il tema principale il presidente del Consiglio ha ribadito che sono allo studio diverse ipotesi per dare "più soldi a chi prende pensioni più basse", come ha detto anche il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti.

Il premier: più soldi in tasca a chi prende pensioni basse

"Una sorta di quattordicesima", ha spiegato oggi il premier a Porta a porta, ma allo studio anche il bonus da 80 euro per le pensioni minime.

L'ostacolo da superare sarà quello delle coperture finanziare, con i vincoli di bilancio da rispettare. "Stiamo cercando - ha spiegato il premier e leader del Pd - di vedere i fondi disponibili. Sicuramente quest'anno - ha aggiunto - ci sarà una forma di aiuto a chi prende poco di pensione. Metteremo più denaro in tasca - ha sottolineato - a chi di pensione prende poco".

Queste le ultime rassicurazioni del premier Renzi sulla riforma pensioni, previste nella manovra finanziaria 2017 anche misure per i contratti dei dipendenti della pubblica amministrazione e sgravi per le partite Iva. Nessun riferimento da parte dal premier, almeno secondo quanto si apprende dalle anticipazioni, rispetto alle misure - auspicate dai sindacati e dalla minoranza del Pd - finalizzate a concedere la quota 41 per i lavoratori precoci e la proroga fino al 2018 dell'opzione donna.