L’appuntamento di ieri era molto importante per verificare le voci che circolavano da giorni sulla questione dei precoci. Nannicini ha ricevuto una delegazione del Gruppo “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti” proprio per completare il lavoro previdenziale in vista della Legge di Stabilità. Dopo il summit tra Governo e sindacati infatti, sembrava che le prerogative dei precoci fossero state accantonate, con le dichiarazioni delle parti che convergevano tutte sull’avvenuto disco verde per l’APE e basta. Ecco in sintesi la giornata di ieri e quello che potrebbe succedere nei prossimi giorni.

Cosa è emersoieri?

Come dicevamo, ieri c’è stato un incontro tra alcuni lavoratori ed il Sottosegretario Nannicini. Come riporta un post di Roberto Occhiodoro, esponente di spicco del Gruppo Facebook che era presente ieri al summit, si può essere soddisfatti dell’incontro. I lavoratori hanno rimarcato le loro richieste ed alcune di esse sono già confermate. Dal 1° gennaio, per chi riesce ad uscire con le regole precedenti la Legge Fornero, quindi prima dei 62 anni, non ci saranno più penalizzazioni, così come le ricongiunzioni per chi ha versato contributi in diverse casse previdenziali saranno gratuite. Per le prerogative dei precoci, compresa Quota 41, tutto è rimandato a dopo il 21 settembre dal momento che Nannicini ha promesso un nuovo incontro dopo che il Governo avrà presentato il piano definitivo per la previdenza.

Nannicini comunque ha confermato le parole del Ministro Poletti circa i costi dell’operazione quota 41, ritenuti troppo alti per essere approvati. Il Sottosegretario ha anche detto che ci sono novità ed altre soluzioni in cantiere che verranno prima discusse con i sindacati e poi rese pubbliche.

Che soluzioni si possono ipotizzare?

Il bonus contributivo o mini bonus come viene chiamato, cioè la maggior valutazione dei contributi versati prima dei 18 anni, per quei lavoratori che li hanno, non piace e sembra che il Governo abbia cancellato l’ipotesi. Il bonus di fatto serviva solo a ridurre la platea dei precoci e quindi a ridurre le uscite per lo Stato.

Secondo il Governo, quota 41 per tutti costa 3 miliardi e conta oltre 80mila lavoratori che nel 2017 avranno raggiunto 41 anni di contributi. Sui numeri c’è chi non è in accordo col Governo come la UIL che riduce a 30mila la platea e sottolinea come il Governo conti gli stessi lavoratori sia tra i precoci che tra gli usuranti e forse addirittura nell’APE. L’incontro di ieri è stato definiti da tutti interlocutorio, spostando in avanti la decisione e probabilmente anche al di fuori della Legge di Stabilità. Per esempio, la detonazione degli inasprimenti relativi all’aspettativa di vita saranno affrontati dopo la manovra finanziaria, come confermato da Occhiodoro. Vista l’apertura del Governo però, non tutto sembra perduto, anche perché nonostante il pessimismo dilagante, l’accordo Governo-sindacati, anche sull’APE non è ancora certo e tra le rivendicazioni delle parti sociali, che poi sono le cose che minano la riuscita del negoziato, le problematiche dei lavoratori precoci sono in prima linea.

Ipotizzando le nuove soluzioni a cui sta lavorando il Governo e di cui Nannicini prima parlava, prende piede l’APE da estendere anche ai precoci. Il meccanismo sarebbe lo stesso dell’APE per così dire sociale, quella a costo zero per disoccupati, invalidi, Pensioni basse ed altre difficoltà meritevoli di tutela. Verrebbe consentita l’uscita a 41 anni di contributi per tutti, con i soldi forniti dalle banche, il Governo forse eviterebbe fuoriuscite sanguinose subito e si dovrà valutare come rimborsare gli istituti di credito. Sarebbe una soluzione ma bisogna aspettare ancora perché gli interrogativi anche qui sono tanti. Chi restituirà i soldi alle banche, i lavoratori che subirebbero quindi una penalizzazione e che quindi si indebiterebbero o lo Stato? Per l’APE la soglia temporale per le rate è fissata dai 66 anni e 7 mesi di età, per i precoci come si opererebbe?