Piace a molti italiani, comunque a meno della metà, la proposta dell'Ape elaborata dal Governo Renzi nell'ambito del piano di riforma Pensioni. "Via libera" dal 46% di cittadini italiani alla formula dell'Anticipo Pensionistico illustrata nei giorni scorsi dal ministro del Lavoro e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ai leader dei sindacati Cgil, Cisl e Uil nel corso dell'ultima riunione sulla riforma pensioni aggiornata al 21 settembre prossimo.

Anticipo Pensionistico, favorevole il 46% di cittadini italiani

E' quanto emerge da un sondaggio realizzato dall'istituto Ixè per Agorà (Rai 3).

Il 39% degli italiani, invece, secondo quanto emerge dall'indagine demoscopica illustrata oggi in tv, non condivide le proposte dell'esecutivo presieduto dal premier Matteo Renzi in materia previdenziale. Riforma pensioni a parte, in ogni caso, tra gli italiani, non c'è tanto ottimismo, anzi avanza un po' di pessimismo, sul futuro economico dell'Italia. Secondo quanto emerge dal sondaggio Ixè per Agorà soltanto il 23% di italiani coglie all'orizzonte segnali di ripresa economica, mentre il 76% dei cittadini non vede un futuro roseo.

Pensioni, grande attesa per l'incontro del 21 settembre 2016

Questi alcuni dei dati che arrivano dai sondaggi e che possono dare un contributo utile al dibattito in corso sulla riforma pensioni in attesa della riunione, probabilmente conclusiva, tra l'esecutivo e le parti sociali in programma per il prossimo 21 settembre.

In quella sede, i rappresentanti del Governo Renzi - in particolare il ministro Giuliano Poletti e il sottosegretario Stefano Nannicini - oltre a specificare meglio la proposta dell'Ape definita, in particolare se due o tre anni di anticipo, dovrà chiarire gli aspetti legati alle risorse economiche che in linea generale si attestano intorno ai due miliardi di euro anche se secondo i sindacati ne servirebbero un po' di più per dare risposte concrete sia sulla flessibilità in uscita dal lavoro in generale ma anche agli esodati, ai lavoratori precoci per la quota 41, alle lavoratrici che reclamano la proroga di opzione donna fino al 2018, ai lavoratori impegnati in lavori usuranti.