Il patto per la riforma Pensioni tra l'esecutivo e le parti sociali potrà concludersi positivamente il prossimo 21 settembre. Così la pensa il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, ritenendo che "ci sono ormai le condizioni - ha detto - per raggiungere l'intesa". La "svolta" sarebbe arrivata ieri nel corso della riunione tra il sottosegretario Nannicini, il ministro Poletti e i leader sindacali. "Spero proprio di sì - ha dichiarato oggi la Furlan rispondendo a Roma ai cronisti se pensa ci siano le condizioni per chiudere l'accordo entro il 21 settembre - credo ci siano le condizioni".

Pensioni e flessibilità, la Cisl: intesa entro il 21 settembre

Come ha detto lo stesso sottosegretario Nannicini sono diversi i temi ancora da approfondire così come le risorse devono essere ancora svelate mentre si cerca di capire se potrà esserci spazio per la salvaguardia degli esodati e per la formula quota 41 per i pensionamento dei lavoratori precoci. Resta inoltre da capire se, alla luce dei dati del contatore istituito l'anno scorso, ci sia spazio per ulteriori proroghe dell'opzione donna. "Ci sono alcuni temi - ha detto oggi il leader della Cisl a margine di un convegno nella Capitale - che vanno approfonditi". La Furlan, più degli altri sindacalisti, ha sempre ritenuto quella del confronto con il governo la strada maestra per sbrogliare la matassa sulla riforma pensioni.

Adesso "mi sembra - ha detto - ci siano gli elementi e i tempi".

Damiano: quota 41 per i precoci e salvaguardia esodati

"Se c'è la buona volontà di tutti - ha aggiunto riferendosi ai tempi - possono essere davvero brevi. Siamo in dirittura d'arrivo di un lavoro - ha sottolineato il segretario generale della Cisl - ben fatto".

"La strada da fare è ancora lunga", ha commentato oggi il presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano intervenendo sulla riforma pensioni. "Sarà decisivo - ha sottolineato giudicando comunque positivo il tavolo di confronto tra governo e sindacati - il modo con il quale si risolveranno i problemi dei lavoratori precoci e l'ottava salvaguardia degli esodati". Poi c'è il nodo delle risorse finanziarie che secondo la minoranza del Pd "non possono essere inferiori - ha ribadito oggi Damiano - a 2miliardi di euro".