Concorso, supplenze, precari con servizio oltre i 36 mesi, mobilità. Argomenti che, di primo acchito, possono sembrare slegati ma che, invece, sono tutti concatenati, l'uno conseguenza dell'altro, secondo gli effetti causati dalla riforma Buona Scuola.

Il sito Orizzonte Scuola ha pubblicato, a questo proposito, una lettera firmata da un insegnante precario, Vincenzo Zito, il quale si auto definisce come appartenente al '55,2 per cento dei bocciati al concorso perfettamente nella norma' come sottolineato dal ministro Giannini.

Ultime news scuola, sabato 10 settembre 2016: 'Bocciato al concorso, rinuncio alle supplenze'

Il contenuto della missiva raccoglie diverse amare sfaccettature di questa Buona Scuola renziana, a cominciare dall'algoritmo ministeriale che non ha certamente tenuto conto dei mutui da pagare e dei nuovi affitti (cari) che i docenti saranno costretti a sobbarcarsi per mantenere il proprio posto di lavoro a migliaia di chilometri da casa.

Per non parlare del concorso, che in nome della qualità, ha visto un continuo succedersi di commissioni, tra dimissioni, cambi ed integrazioni: i loro membri sono riusciti a dichiarare non idonei docenti in possesso di una o più abilitazioni all'insegnamento ottenute dopo il superamento di esami e tesi finale presso le università.

Per fortuna, viene sottolineato da Vincenzo Zito, questo scempio verrà dimenticato presto con l'entrata in classe, in qualità di supplenti, di quei docenti 'non qualificati' e se poi, per caso, quel supplente avesse già superato i 36 mesi di servizio, niente paura perchè ci pensa il SIDI a cancellare quel precario che sino ad allora era riuscito a garantire il regolare svolgimento dell'attività didattica.

'Siamo bravi a lamentarci sui social ma i docenti sono la categoria più divisa in assoluto'

A conclusione della lettera, arriva l'amara decisione del docente, quella di non presentarsi per le convocazioni relative alle supplenze. 'Siamo quelli bravi a lamentarci' si legge ma 'siamo quelli più divisi in assoluto' tra docenti di ruolo, iscritti nelle GaE o in GM, abilitati TFA oppure PAS e terza fascia, gli uni contro gli altri.

Su Facebook, Twitter, WhatsApp e nel mondo virtuale dei social, siamo 'tutti rivoluzionari', ma poi alla luce dei fatti 'ognuno pensa al proprio orticello.O abbiamo il coraggio di ribellarci', conclude Vincenzo Zito, 'oppure non dobbiamo avere il diritto di lamentarci'.