Finalmente è stata pubblicata su internet la bozza della prossima Legge di stabilità ed è subito apparsa chiara la disinformazione operata sinora in merito al lavoro svolto dalle maestre della Scuola dell'infanzia. All'indomani della trattativa tra Governo e sindacati sembrava che tali lavoratrici avessero finalmente visto riconosciuto il proprio lavoro come usurante, ma non è stato così.

I lavori cosiddetti usuranti sono disciplinati dal D.Lgs. 67/2011 e successive modificazioni, che titola "Accesso anticipato al pensionamento per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti" : l'art.1 elenca le categorie di tali lavoratori e tra di essi le maestre non sono citate; l'art.

4 e successivi dispongono i requisiti per l'accesso alla pensione che sono 61 anni e 7 mesi di età, almeno 35 anni di contributi ed il raggiungimento della quota 97,6.

La bozza della prossima Legge di stabilità all'art. 32 agevola maggiormente questi lavoratori, cancellando di fatto la finestra di 12 mesi che devono attualmente intercorrere tra la maturazione del requisito (età, contributi e quota) e la decorrenza del trattamento (pagamento della pensione).

E quindi le maestre cosa fanno? Aspettano l'APE Social, descritta all'art. 26 della bozza della prossima Legge di stabilità, dove l'allegato "A" a pag. 36 contempla, alla lettera H, la categoria dei "Professori di scuola pre-primaria". Tali lavoratori vengono definiti al comma 14, lettera d) dello stesso art.26, come lavoratori che svolgono attività di lavoro dipendente "per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo".

Come vedete è una definizione completamente diversa da quella adoperata per i lavoratori che svolgono mansioni cosiddette usuranti. E quindi quando vanno in pensione le maestre? A 63 anni, con almeno 36 di contributi, sempre che siano disposte a chiedere il prestito pensionistico per la parte di pensione che eccede i 1500 euro lordi, restituendolo in 20 anni pagando i costi di assicurazione e interessi.

Si tratta pur sempre di un'agevolazione ma non è certo quella prevista dal D.Lgs. 67/2011. Quindi meno esultanze e più clienti per banche ed assicurazioni.