La riforma delle Pensioni di Renzi partirà con il sostegno alle categorie di lavoratori maggiormente in difficoltà. Il progetto dipensione anticipata che va avanti già da mesi avrà benefici solo per coloro che siano senza lavoro, disabili o assistenti di cari disabili e che abbiano una pensione entro i 1.500 euro lordi. Chi ha una pensione futura superiore dovrà pagare il prestito pensionistico concesso dall'Inps per il tramite di banche ed assicurazioni che andranno a decurtare il mensile di quasi il 5 per cento moltiplicato per il tempo di anticipo prima della pensione di vecchiaia.
Flessibilità in uscita, dunque, a 63 anni, ma con conseguenze da valutare attentamente. E, in più, anche i lavoratori precoci rischiano di non vedersi riconosciuta la quota 41 anni di contributi a causa dei numerosi limiti di accesso.
Pensione anticipata Ape di Renzi 2016: ecco quanto si perde di assegno mensile
L'anticipo pensionistico di Renzi sarà gratuito, dunque, solo per redditi sotto i 1.500 eurolordi,corrispondenti a 1.100-1.200 euro netti mensili.La soglia saràparticolarmente gravosa per chi avrà una pensione appena al di sopra di questo limite: l'Huffington Post, infatti, ha fatto un'analisi dettagliata sul taglio della pensione con l'anticipo, arrivando a calcolare quanta fetta di pensione si perde mensilmente.
Un contribuente che decida di andare in pensione anticipata con il prestito di due anni rispetto ai sessantasei e sette mesi richiesti per la vecchiaia, con una pensione di 1.297 euro, appena al di sopra del limite stabilito dal Governo, perderebbe ben trecento euro al mese nei due anni di anticipo, fino a vedersi ridurre a 892 euro l'assegno per i successivi venti anni nei quali dovrà ripagare il prestito.
Oltre quattrocento euro di taglio, una cifra molto elevata per pensioni che rientrano nella media degli italiani.
Pensioni precoci 2016: le difficoltà di contributi per raggiungere quota 41
La beffa, secondo l'Huffington Post, arriverà anche per i contribuenti precoci, ovvero i lavoratori che abbiano almeno un anno di contributi versati prima del compimento dei 19 anni.
Occorrerà possedere la quota 41, ovvero l'aver versato complessivamente per 41 anni, ma non basterà: potranno andare in pensione anticipata, senza considerare l'età, solo se i precoci siano rimasti senza lavoro e abbiano terminato gli ammortizzatori sociali, siano disabili o con disabili alle spalle o rientrino nelle categorie di lavori faticosi. Potranno beneficiare del cumulo gratis dei contributi a patto che questi siano stati versati, nel passato della propria attività lavorativa, tutti sotto le gestioni dell'Inps. Al contrario, gli anni non verrebbero riconosciuti e dovrebbero continuare o a lavorare per andare in pensione di vecchiaia (a 66 anni e 7 mesi) con quasi 50 anni di attività oppure provvedere al ricongiungimento pagando di tasca propria, ma con una spesa da capogiro.