Dopo l'invio alla Commissione Europea del Documento programmatico di bilancio redatto dai tecnici del Governo, cominciano ad emergere i primi dettagli in relazione all'anticipo pensionistico (APE 2017) ed alle garanzie previste in favore dei soggetti con invalidità. Entrando nei dettagli della misura, la valutazione dell'esecutivo prevede di garantire a coloro che hanno un grado di invalidità superiore al 74% una maggiorazione nei versamenti, corrispondente a due mensilità per ogni anno di attività. Questi lavoratoripotranno inoltre fruire dell'APE social una volta maturati i 30 anni di versamenti, oltre al requisito anagrafico che prevede il raggiungimento dei 63 anni di età.

Al contempo, le porte dell'Inps potrebbero aprirsi anche con la pensione di anzianità, acquisiti i 41 anni di versamenti ed a prescindere dall'effettiva età raggiunta, purché sia maturato anche l'altro requisito previsto per i lavoratori precoci (ovvero il versamento di un anno di contributi prima dei 19 anni).

Pensioni anticipate e APE social: i soggetti esclusi dalle misure

Stante i parametri che vi abbiamo appena riportato, bisogna purtroppo sottolineare anche che restano esclusi dalle misure i lavoratori con un grado di invalidità inferiore al 75%. Questi pensionandi potranno comunque fruire dell'anticipo pensionistico volontario, che prevede un vincolo meno severo dal punto di vista contributivo (essendo necessari 20 anni di versamenti).

Il contraltare è rappresentato però dall'applicazione delle penalizzazioni, stimate attorno al 4,5% per ogni anno di anticipo, per un periodo corrispondente a quello del prestito ventennale legato all'anticipo. Nella pratica, il neo pensionato si troverebbe a dover sostenere interamente il costo dell'uscita anticipata, pur avendo un grado elevato elevato di invalidità.

Si pensi, ad esempio, ai lavoratori con un'attestazione del parametro attorno al 60-70%, ovvero con soglie elevate di invalidità ma non tanto da poter superare lo spartiacqueinserito nella normativa.

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