Sono giorni concitati per quanto riguarda la questione previdenziale. Non poteva essere diversamente, perché più giorni passano, più si avvicina la scadenza di metà ottobre. Il Governo dovrà presentare proprio per ottobre la Legge di Bilancio equindi il tempo stringe per trovare soluzioni ai vari problemi in campo. L’incontro Governo-sindacati del 28 settembre ha partorito un verbale con diverse misure,le quali quasi certamente saranno inserite nella finanziaria. Cheil verbale venga interpretato o no come un accordo raggiunto, sta alle interpretazioni di Governo e sindacati,le qualinon sembrano convergere.

Infatti, il Governo è sembrato subito entusiasta della chiusura dell’ultimo summit, mentre tra i sindacati c’è qualcuno (la CGIL) che vede il verbale come un passo avanti, ma non come un accordo già raggiunto.

Le misure immediate

L’APE, le ricongiunzioni gratuite, la quattordicesima e una piccola quota 41 per alcuni precoci sono le misure inserite nel verbale, che dovrebbero poi fare capolino nella Legge di Bilancio. L’Anticipo Pensionistico a partire dai 63 anni, con pensione erogata attraverso un prestito bancario, il quale dai 66 anni e 7 mesi, inizierà a dover essere restituito è la misura certamente più eclatante. Proprio su questa, la CGIL per esempio prende le distanze, non essendo d’accordo con l’ingresso delle banche nel mondo previdenziale.

I precoci in difficoltà perché invalidi, disoccupati o con problematiche di famiglia, raggiungendo 41 anni di versamenti potranno andare in pensione senza attendere i 42 anni e 10 mesi previsti dalle regole attuali. Una quota 41 particolare, che aiuta solo una parte di precoci, quelli bisognosi di aiuto.

La quattordicesima allargata a tuttiquelli con assegni fino a 1.000 euro e che aumenta di un buon 30% per coloro che già la percepiscono è l’intervento di aiuto alle Pensioni minime.

Per tutti coloro che hanno avuto carriere discontinue e che per andare in pensione devono raggruppare i contributi in una cassa previdenziale, le ricongiunzioni che oggi sono a pagamento, diventeranno gratuite. Ogni singola cassa previdenziale, si occuperà di pagare la sua quota pro-rata di pensione. Sono queste le misure immediate che il Governo ha preparato e che ai più, sembrano più assistenziali che previdenziali.

Misure di cui si parlerà nel 2017

La Camusso, leader della CGIL ha fatto sapere che il verbale conteneva anche le differenze di vedute e alcune particolarità che meritano di essere trattate, se non subito, almeno nel prossimo futuro. Probabilmente, proprio sulla promessa di mettere a posto altre problematiche ad inizio 2017, si gioca la possibilità che il pacchetto previdenziale trovi condivisione da entrambe le parti. Per l’anno prossimo si parlerà di pensione di garanzia, una specie di pensione minima al di sotto della quale non si potrà scendere. Una specie di soglia minima di assegno che tutelerà i giovani che non riescono a trovare lavoro oggi e quindi non riescono a collezionare contributi.

La pensione di garanzia inoltre servirà per allontanare sempre di più le pensioni basse dalla soglia della povertà. Si lavorerà anche sul potenziamento della previdenza alternativa. Si cercherà di lavorare ancora di più sulla flessibilità in uscita, magari riducendo la soglia minima che oggi, essendo pari a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale, sembra troppo alta. Infine si sistemerà il RITA, la rendita integrativa anticipata che forse, sarà attivatain maniera minima già nella prossima Stabilità.Si tratta di iniziare a riscuotere in anticipo la rendita derivante dai fondi pensione alternativi, per i soggetti che ne hanno aperto uno. Indefinitiva, si cercherà di rendere il sistema previdenziale più equo e sostenibile, soprattutto sistemando il calcolo contributivo delle pensioni per renderlo meno penalizzante.