Secondo le nuove norme fissate dal Governo Renzicirca due settimane fa, solo un numero ristretto di lavoratori precoci potrà andare in pensione anticipata con la Quota 41, e la rabbia scaturita da questa decisione è stata espressa nella manifestazione che si è tenuta nei giorni scorsi davanti al Parlamento. Se n'è parlato ieri sera, 24 ottobre, durante la trasmissione "Quinta Colonna", con interviste a caldo aiprecociche, nonostante abbiano lunghe esperienze lavorative alle spalle, non trovano il giusto riconoscimento nell'agognatapensione.

Secondo i numeri del Governo, infatti, appena 25 mila precoci che hanno già raggiunto i 41 anni di contributi su una platea di circa 80 mila lavoratori, riusciranno a beneficiare della pensione anticipata.

Pensione anticipata 2016 per i quota 41: chi può e gli esclusi

Ci sono diversi lavoratori precoci che di anni di contributi ne hanno versati più della quota 41,ma nonostante ciò sono tagliati fuori per i diversi vincoli introdotti nel capitolopensioniprevisto dalla Legge di Bilancio 2017. Tra questi, bisogna aver versato contributi almeno dodici mesi prima di aver superato i diciannove anni di età, e dimostrare di essere disoccupati di lungo corso, senza il beneficio degli ammortizzatori sociali.

Completano il quadro dei criteri di assegnazione della quota 41, l'inabilità al lavoro o l'avere un disabile in famiglia o lo svolgimento di un lavoro classificato come gravoso. E invece cosa accade a coloro che, pur lavorando da 41 anni o più non rientrano in queste categorie, ossia la stragrande maggioranza dei lavoratori precoci?

Non vi è alternativa: bisognerà continuare a lavorare.

Pensioni precoci con quota 41: esclusi nonostante i tanti anni di lavoro

Tra i manifestanti ci sono contribuenti precoci che lavorano dall'età di sedici anni. Una donna è stata licenziata dopo 38 anni di lavoro e di versamenti di contributi: la disciplina attuale prevede che la lavoratrice dovrà continuare con i suoi versamenti per altri quattro anni per poter arrivare alla pensione.

Un lavoratore ha addirittura iniziato a pagare i contributi dall'aprile del 1968: dopo quasi cinquant'anni non riesce ancora a lasciare l'attività lavorativa.

E la situazione è simile anche per gli altri manifestanti: alcuni chiedono che la propria professione venga riconosciuta come gravosa, con conseguente assegnazione della pensione con quota 41, come nel caso di una donna che a 55 anni dovrà continuare a sollevare pazienti nei reparti sanitari.