Si era parlato di 80mila nuove assunzioni che sarebbero arrivate con la legge di Stabilità 2017: Renzi voleva dare un nuovo impulso alla Scuola, dopo la delusione che la riforma ideata dal suo Governo ha lasciato come strascico. Anche la Giannini aveva parlato di nuove immissioni in ruolo, con la trasformazione di 25.000 cattedre di fatto in cattedre di diritto. E vogliamo aggiungere anche le 7000 assunzioni per gli Ata e per i 500 assistenti tecnici nelle scuole di primo ciclo? E ancora mettiamo in contola riforma del Sostegno annunciata da Faraone, la partenza del Tfa terzo ciclo, il concorso per i dirigenti scolastici e ancora...
il rinnovo del contratto. Cosa è rimasto in Legge di Stabilità di tutto questo?
Legge di Stabilità e scuola: tutto ridimensionato
In legge di Stabilità le 80mila assunzioni sono svanite. Dopo un primo annuncio sconvolgente, tutto è tornato a tacere, un po' come un lampo di luce nel buio. I soldi non ci sono, il Mef è stato chiarissimo. Le 25mila cattedre da trasformare sono rimaste, ma come riportava Ansa la trasformazione avverrà “fino a 25mila cattedre”, per cui ancora il numero reale resta un'incognita. La riforma del sostegno prevede 5mila nuove assunzioni. Ma che riforma è, se l’esigenza è di 40mila? Dalla Legge di stabilità è sparito pure il concorso per dirigenti scolastici, molto atteso e che sarebbe servito a coprire duemila dirigenze scoperte.
C'è chi ancora non dispera, ma di fatto la finanziaria non contiene alcun riferimento al concorso. E che dire del rinnovo del contratto? Proprio su questo tema i sindacati hanno promesso mobilitazioni. Mentre Renzi aveva chiaramente lasciato intendere un rinnovo imminente, gli ultimi sviluppi hanno reso chiaro che spazio per le trattative ce n'è ben poco.
Insomma, ancora una volta promesse al vento, che però gli insegnanti si stanno appuntando sulla manica della mano che servirà a mettere il voto al Referendum Costituzionale. Forse sarà quella la resa dei conti fra Renzi e la scuola. Ma i danni fatti, non sarà semplice ripararli.
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