L’indagine sui concorsi nelle forze armate truccati apertasi alla fine del 2015, ha portato finora all’arresto di vari ufficiali dell’esercito e professori. Già a maggio era scattato l’arresto di un carabiniere napoletano accusato di aver effettuato interventi nei concorsi per entrare nelle forze armate. Qualche giorno fa invece i pm del tribunale di Napoli Nord nel corso delle indagini e delle perquisizioni hanno arrestato 6 dei 14 indagati solo nella provincia di Casera e precisamente ad Aversa. Fra i reati contestati c’è anche quello di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ed al millantato credito.

I risultati delle indagini: un sistema studiato nei minimi dettagli

Le indagini finora condotte hanno messo in luce uno perfetto quadro criminoso che partiva dalle scuole di preparazione ai concorsi nell’esercito, dove gli arrestati dietro pagamento di una somma di denaro (anche fino a 50 mila euro) garantivano il superamento del concorso. Le ‘proposte’ fraudolente fatte da ufficiali, sottufficiali, militari erano dirette alla induzione in errore di giovani disposti a tutto pur di superare i concorsi. A finire sotto la lente di ingrandimento 7 concorsi banditi (in Polizia Penitenziaria, Carabinieri, Guardia di Finanza, Esercito) negli ultimi 2 anni e quell’algoritmo in grado di fornire tutte le risposte esatte dei test il cui costo si aggirava intorno ai 6000 euro e serviva a superare solo una della prove previste senza studiare.

Il risultato è stato appunto che nell’ultimo concorso dei 559 allievi di polizia, ben 194 candidati hanno risposto correttamente a tutte le 80 domande, senza sbagliarne nemmeno una. Un risultato ‘strabiliante’ che ha fatto insospettire la Guardia di finanza di Napoli. Si è quindi scoperto un sistema che incentivava a barare per vincere l’agognato concorso.

Scattati gli arresti da parte della Procura della Rep. di Napoli Nord

Un sistema dove appunto c’era chi ha prospettato falsamente a molti candidati la possibilità di influire sui pubblici impiegati dietro versamento di denaro per avere l’accesso a tutte le domande dei test e quindi la certezza di superare il concorso, a colpo sicuro e una volta per tutte.

A finire agli arresti domiciliari è stato anche un ufficiale superiore dell’esercito italiano, un appartenente al corpo della polizia penitenziaria e di un insegnante di una scuola di preparazione. A carico di 2 appartenenti al corpo della polizia penitenziaria sono invece state emesse misure cautelari personali.

L’associazione criminale avrebbe incassato più di 282 mila euro, profitti che venivano introitati anche se poi le vittime non riuscivano a superare il concorso. E’ questo forse ciò che ha spinto un paio di ragazzi a denunciare l'imbroglio. Infatti alcune volte la richiesta di soldi in teoria sarebbe stata anche un raggiro, allo stesso modo della vittoria nel concorso, che non poteva che considerarsi una coincidenza.

Sono 24 in tutti gli episodi delittuosi contestati e collegati a proposte indecenti che costituivano la chiave per passare i test e garantirsi l’agognato posto fisso in divisa, eludendo la legge, alla faccia di tutti coloro che si sacrificano con la fatica, lo studio e l’impegno