Si è tenuto ieri, 24 novembre 2016, presso il ministero della Pubblica Amministrazione, l'incontro tra i tecnici ministeriali e i sindacati per il rinnovo dei contratti degli statali e per decidere quali saranno gli aumenti di stipendio a partire dal 2017. La bozza sulla riforma del pubblico impiego è pronta, ma servirà un altro incontro per mettere nero su bianco gli aumenti. Infatti, a fronte di un incremento in busta paga proposto dal Governo Renzi di 85 euro mensili, molti sono ancora i punti da chiarire, primo tra tutti l'inciso "medi" che è stata messo in relazione agli aumenti.
Ma sorgono anche i dubbi della Ragioneria dello Stato.
Contratto statali 2017: di quanto sarà l'aumento di stipendio in busta paga?
La cifra, peraltro lorda, di 85 euro mensili di aumento per gli statali è quella che può accontentare anche i sindacati. Ma la dicitura "medi" apre due problematicità ovvero che gli aumenti non siano per tutti nella stessa misura e che gli incrementi non saranno pieni già a partire dal 2017, ma graduali, dato che il contratto riguarda il triennio 2016-2018. In ordine al primo problema, infatti, i sindacati vorrebbero evitare che gli incrementi siano legati, proporzionalmente, all'importo della busta paga. Ciò significherebbe, infatti, che un docente con molti anni di anzianità di lavoro, potrebbe percepire un aumento di 120 euro mensili lordi mentre, nel comparto scuola, un dipendente Ata potrebbe arrivare a 50 euro di aumento.
Sommando i due incrementi, si avrebbe, mediamente, un aumento di 85 euro, ma opererebbe diversamente a seconda del proprio reddito. E non andrebbe bene nemmeno l'inversione di questo principio, ovvero favorire i redditi più bassi della Pubblica amministrazione, perché gli aumenti per i dipendenti con più anni di esperienza sarebbero pressoché azzerati.
Contratto pubblico impiego: aumenti stipendio di soli 40 euro nel 2017?
Per queste motivazioni, i sindacati hanno chiesto che nella bozza di accordo sul rinnovo del contratto degli statali venga sostituito l'inciso "medio" con "non inferiore a 85 euro mensili". Ciò, però, significherebbe fissare un tetto minimo di aumenti per tutti e, a quel punto, non rientrare più nel budget fissato dalla legge di Bilancio 2017 per il comparto della Pubblica amministrazione.
Infatti, dal miliardo e 900 milioni di euro dovranno essere sottratti i fondi per il bonus di 80 euro per le forze di sicurezza e le nuove assunzioni del 2017 e la cifra, secondo quanto riportato da Il Messaggero di oggi, sarebbe insufficiente per assicurare un aumento minimo di 85 euro per tutti. Pertanto, si partirebbe con un aumento di 40 euro mensili, come già ipotizzato nelle ultime settimane, per arrivare solo nel 2018 ad un aumento pieno di 85 euro.