Il rinnovo del contratto degli statali con il conseguente aumento degli stipendi, dopo il blocco perdurante ormai dal 2009, ha indotto la Cgil, la Uil e la Cisl ad arrivare ad una posizione unitaria nei confronti del Governo Renzi e delle risorse stanziate nella legge di Bilancio del 2017. Le tre sigle sindacali, infatti, sono ancora in attesa dell'apertura del tavolo di contrattazione già rimandato in più occasioni dallo scorso settembre. L'incontro è propedeutico per la preparazione del documento di accordo con il quale il ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, darà incarico all'Aran di portare avanti la contrattazione sul rinnovo del contratto con gli stessi sindacati.

Rinnovo contratto statali 2016: ecco le cifre sugli aumenti di stipendio

In assenza della convocazione ufficiale del Governo Renzi, i sindacati riuniti hanno espresso le proprie tre condizioni per il rinnovo del contratto degli statali. In primo luogo, infatti, lo sblocco contrattuale dovrà portare aumenti di stipendio dei dipendenti pubblici che, secondo le sigle, debbano essere in linea con gli incrementi registrati nei comparti del settore privato con buste paga cresciute nella scorsa estate di circa 120 euro. In base a tale considerazione, pertanto, le risorse economiche che il Governo Renzi ha destinato al settore della Pubblica Amministrazione nella legge di Bilancio 2017 sono giudicate insufficienti.

Infatti, del miliardo e novecento milioni di euro destinato agli statali, andranno decurtate le somme per il pagamento, nel 2017, del bonus di 80 euro alle forze dell'ordine ed armate. In più andranno finanziate le nuove assunzioni nella Pubblica amministrazione.

Contratto statali 2016: di quanto aumenteranno le buste paga?

Chiaramente, conti alla mano, sulle risorse stanziate dal Governo Renzi, sottraendo detti impieghi, agli aumenti di stipendio potrebbe rimanere poco più di un miliardo di euro: ciò significherebbe che gli statali godrebbero di un incremento in busta paga di circa quaranta euro mensili, del tutto insufficienti a coprire quanto perso dagli impiegati pubblici in questi ultimi sette anni.

La seconda condizione ristabilirebbe la contrattazione nazionale agli stessi sindacati, depotenziata da alcuni interventi legislativi riguardanti, soprattutto, i bonus, ma anche le altre condizioni lavorative degli dipendenti pubblici. E, proprio per quanto riguarda i bonus, il terzo punto dei sindacati richiede la revisione della riforma dell'ex ministro Brunetta che fissa aumenti di stipendio non per tutti gli statali, ma solo a tre su quattro sulla base del merito certificato dalle pagelle. Una tale riforma porterebbe un quarto dei dipendenti pubblici a non avere alcun aumento in busta paga.