La disoccupazione tra tutte le fasce d'età è oramai una delle piaghe che da molti anni attanaglia il nostro paese. Molte sono state le manovre che il governo e l'Inps hanno varato per allievare questa morsa che da tempo stringe il popolo italiano in continua ricerca del fatidico posto fisso oramai divenuto quasi impossibile da trovare. L'ultimo sistema ideato per provare ad aiutare coloro che hanno perduto il proprio lavoro per giusta causa è la naspi (nuovo assegno sociale per l'impiego), un sostegno economico nel breve medio tempo che dovrebbe aiutare il disoccupato nella ricerca di un nuovo impiego.

Il nuovo assegno sociale per l'impiego fa parte dei provvedimenti previsti dal Jobs Act varato dal governo sotto la guida dell'attuale premier Matteo Renzi.

Naspi: chi può richiederla e come avviene il calcolo

La Naspi potrà essere richiesta da tutti coloro che hanno perduto il proprio lavoro per giusta causa (es: cessazione del rapporto lavorativo con la propria azienda, fallimento della ditta dove l'operaio lavorava, malattia nel lungo periodo) e avrà durata pari alla metà del periodo lavorativo effettuato durante la durata del contratto (es: un operaio che ha lavorato per 12 mesi avrà diritto ad un periodo di retribuzione pari a 6 mesi). L'importo massimo che l'Inps pagherà nell'assegno mensile di disoccupazione non potrà superare i 1300 Euro e dopo il 4o mese subirà una decurtazione mensile periodica pari al 3% dell'ammontare spettante.

La Naspi va davvero a favore di tutte le categorie disagiate che hanno perduto il proprio lavoro?

Il nuovo assegno sociale per l'impiego (Naspi) nato per combattere gli effetti devastanti della disoccupazione sta aiutando attualmente molte categorie lavorative, ma dall'altro lato della medaglia ha danneggiato seriamente i lavoratori stagionali del settore turistico e termali.

Difatti quest'ultima categoria ha visto il proprio assegno di disoccupazione (la vecchia ASPI) essere decurtato del 50%dato che con esso riusciva a coprire l'intero periodo di inattività lavorativa dovuto al calo della domanda turistica nel periodo invernale. Ad ora ci sono molte proteste da parte di quest'ultima categoria (comprendente più di 180000 famiglie) che stanno lottando per riavere in parte i propri diritti a tutela delle loro vite.