Non accenna a diminuire l'interesse sulle Pensioni dei lavoratori precoci, la categoria interessata in misura parziale dalla quota 41 inserita all'interno del pacchetto previdenziale per il prossimo anno. Ci sono novità importanti in relazione all'aspettativa di vita, che ad oggi non ha di certo agevolato il raggiungimento dei requisiti per raggiungere la pensione. La richiesta dei precoci continua ad essere quota 41 per tutti, uno slogan che riecheggia ormai tra le aule di Montecitorio e Palazzo Madama, senza però aver trovato la giusta risposta da parte del governo.

I lavoratori precoci e l'aspettativa di vita

Walter Rizzetto è stato di parola. Il deputato di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale ha pubblicato nella giornata di ieri sul proprio profilo ufficiale Facebook un post dove si leggono tutti gli emendamenti presentati dall'ex 5 Stelle in Legge di Stabilità. Tra questi è presente anche l'eliminazione del criterio dell'aspettativa di vita per i lavoratori precoci, un'ulteriore strumento attraverso cui legittimare quota 41.

Andare in pensione dopo 41 anni di contributi, indipendentemente dall'età anagrafica. Una realtà che è diventata per pochi qualche settimana fa, in occasione della presentazione del pacchetto pensioni elaborato dal governo Renzi per il 2017.

L'obiettivo della categoria è raggiungere però la piena consapevolezza da parte dell'esecutivo e dei politici in generale che 41 anni di lavoro sono, di per sé, una condizione usurante, e che quindi tutti devono avere diritto ad andare in pensione una volta raggiunta quella soglia di contributi.

Ad oggi le pensioni dei precoci sono ancora strettamente collegate alla riforma Fornero, che prevede, per questi lavoratori, l'uscita dal mondo del lavoro a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Una soglia che non rimane invariata, giacché nei prossimi anni si avrà uno split di 6 mesi in avanti, ciò dovuto appunto al fatto che l'uscita dal lavoro sia agganciata all'aspettativa di vita. La conseguenza diretta di tale meccanismo è che tra qualche anno per andare in pensione non basteranno più nemmeno 44 anni di contributi.

La speranza dei lavoratori precoci, che la settimana scorsa sono tornati a manifestare in alcune piazze italiane, è quella che l'emendamento presentato da Walter Rizzetto possa essere preso in considerazione dal governo, in modo da frenare la corsa in avanti divenuta ormai incontrollabile. Le uniche vittime rimarrebbero, ancora una volta, gli uomini e le donne appartenenti alla sfera Q41, lo stesso hashtag utilizzato dal deputato di Fdl.