Nuovo incontro tra i vertici delle organizzazioni sindacali e dell'Istituto nazionale per la previdenza sociale nell'ambito della riforma Pensioni. La riunione tra il presidente dell'Inps, Tito Boeri, e i segretari di Cgil, Cisl e Uil è in programma martedì 8 novembre nella sede dell'Inps. All'ordine del giorno, secondo quanto si apprende da fonti sindacali, il piano di comunicazione sull'Anticipo pensionistico volontario introdotto nella legge di Bilancio.

Pensioni, incontro tra Inps e sindacati sull'Ape volontaria

Intanto, la Cgil di Susanna Camusso, pur apprezzando alcuni aspetti del piano di riforma pensioni predisposto dall'esecutivo - come per esempio l'ampliamento della no tax area pensionati o le ricongiunzioni gratuite e il bonus quattordicesima sulle pensioni basse - rimarca ancora una volta la propria contrarietà sull'Anticipo pensionistico volontario, che prevede sì nuovi elementi di flessibilità in uscita dal lavoro per l'accesso alla pensione anticipata, ma con costi e penalizzazioni a carico dei lavoratori.

Penalità sugli assegni previdenziali che potrebbero rendere inappetibile l'Ape volontaria determinando così un sostanziale nulla di fatto in materia di flessibilità in uscita per gli ultrasessantenni che a sua volta potrebbe creare nuove opportunità di lavoro per i giovani.

La Cgil rilancia: necessaria Quota 41 per i lavoratori precoci

La Cgil apprezza la misura dell'Ape social, ovvero la pensione anticipata senza costi per le categorie disagiate, ma boccia l'Ape volontaria, che comunque viene introdotta in via sperimentale, perché così come formulata ha "le caratteristiche - si legge nell'ordine del giorno del Comitato direttivo della Cgil sulla riforma pensioni - di uno strumento finanziario che scarica sui pensionandi le sbagliate rigidità del sistema".

Il sindacato rosso parzialmente soddisfatto per le novità introdotte in legge di Bilancio in favore dei lavoratori precoci, ma insiste sulla Quota 41 per tutti. "Pur avendo determinato un'area di lavori gravosi ampia - si legge ancora nell'ordine del giorno del Comitato direttivo della Cgil - ancora tanta strada serve fare per affermare che i 41 anni - viene sottolineato nel documento - sono sufficienti per il riconoscimento della pensione di anziana".