Mentre prosegue il suo cammino parlamentare la prima parte di riforma Pensioni inclusa nella legge di Bilancio 2017 che ha già avuto l'ok in prima lettura a Montecitorio, prosegue i dibattito politico, economico e sindacale sulla questione previdenziale. Come già annunciato dal Governo Renzi dopo aver affrontato in questa prima fase alcune questioni che riguardano sia i pensionati che i pensionandi - dall'ampliamento della no tax area pensionati all'Anticipo pensionistico, dall'aumento delle pensioni minime alla proroga di Opzione Donna per fare qualche esempio - nella seconda fase di riforma pensioni si dovrà rivisitare nel suo complesso il sistema previdenziale con uno sguardo particolare rivolto ai giovani, che oggi come oggi rischiano un futuro senza pensione.

Pensioni, in Italia il sistema previdenziale adesso è sostenibile

Proprio sui giovani e il loro rapporto con la previdenza si è soffermato oggi (29 novembre) il direttore generale della Banca d'Italia, Salvatore Rossi, che è anche presidente di Ivass (Istituto di vigilanza sul settore assicurativo), nel corso di un incontro promosso a dall'Unipol a Roma. "L'Italia - ha detto Rossi illustrando i dati relativi alla spesa sociale 2013 -ha largheggiato nelle pensioni per decenni. I dati - ha aggiunto - dipingono una società che ha preso una direzione inquietante". Una situazione cambiata con le diverse riforme delle pensioni e in particolare con la legge Fornero, ancora oggi una garanzia per la finanza pubblica, ma continua a provocare enormi problemi di carattere sociale.

"Ora, con le varie riforme pensionistiche - ha spiegato il direttore generale di Bankitalia - il nostro sistema è diventato sostenibile, anche - ha evidenziato - secondo il Fondo monetario internazionale". Questa la situazione per quanto riguarda gli aspetti economici e finanziaria e quindi la tutela dei conti pubblici, ma con gravi ricadute sul piano sociale.

Ma i giovani rimarranno senza pensione, puntare sulle integrative

"Ma c'è un rovescio della medaglia", ha detto Rossi nel corso del convegno "White Economy: innovazione e crescita" aggiungendo: "Un giovane che lavora oggi, ha un tasso di sostituzione tra salario e pensione del 50%, che non basta", ha spiegato. "È chiaro - secondo il direttore generale della Banca d'Italia - che bisogna integrare, ma l'integrazione privata - ha aggiunto - ancora non decolla del tutto".

Un problema, quello delle future pensioni, che i giovani oggi, peraltro alle prese col precariato, i lavori discontinui, la disoccupazione giovanile allarmante, sottovalutano ma con la quale prima o poi dovranno fare i conti anche se sembra molto difficile, visti i tempi di crisi, che possano decollare in Italia, almeno in questo momento, le soluzioni per la previdenza integrativa. "I giovani lavoratori non sono ancora del tutto consapevoli - ha concluso il direttore generale di Bankitalia - che la previdenza pubblica non svolge, e non svolgerà più, il ruolo che ha avuto nel passato". Un futuro per niente roseo per i giovani sul fronte previdenziale.