Novità in argomento di mobiltà dei docenti della Scuola potrebbero introdursi nelle trattative del rinnovo del contratto degli statali. Infatti, le ipotesi che i sindacati stanno portando avanti con il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, sulla base dell'accordo firmato a fine novembre scorso, prevedono, in particolare nel comparto della scuola, il superamento sia della riforma Brunetta che le parziali modifiche della legge Buona scuola emanata da Renzi a metà luglio del 2015. Le novità, pertanto, non si riducono agli aumenti di stipendio che docenti e personale Ata attendono da sette anni, ma anche alla rettifica di alcuni strumenti della legge 107/2015, primi tra i quali proprio la chiamata diretta e l'assegnazione degli ambiti territoriali.

Mobilità docenti 2017/18: parziale modificha alla Buona scuola?

Il punto della trattativa, che lunedì scorso ha avuto l'ultimo epilogo tra il ministro Fedeli e i sindacati in un incontro in Viale Trastevere, è stato tracciato da Italia Oggi: al momento, la chiamata diretta ed il meccanismo degli ambiti territoriali dovrebbero rimanere saldi per i docenti che sono stati immessi in ruolo con il piano straordinario della Buona scuola e per quelli degli anni successivi. Ma si contesta l'eccessiva discrezionalità che la legge stessa assegna ai dirigenti scolastici nella scelta dei professori che prenderanno servizio nella propria scuola. Lo stesso Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, lanciò l'allarme qualche mese fa di possibili fenomeni di clientelismo e di corruzione legati a tale scelta.

In effetti, la stessa Autorità suggerì di prevenire tali rischi tramite la pubblicazione sui portali di ciascuna scuola dei parametri oggettivi di scelta del preside per attribuire gli incarichi. Criteri che, poi, solo parzialmente sono stati rispettati dai presidi.

Scuola, mobilità docenti 2017: un passo indietro di Miur e Governo?

Per il prossimo anno, il ministero dell'Istruzione, secondo quanto scrive Italia Oggi, starebbe pensando a delle modifiche che possano rendere maggiormente trasparente il meccanismo della chiamata diretta. Ma occorrerà verificare quale sarà il potere dei sindacati in tale decisione: se dovessero rimanere fuori, infatti, è molto probabile che nella definizione dei criteri di scelta i presidi continuino ad avere larga discrezionalità.

L'intervento dei sindacati, secondo quanto previsto dalla Buona scuola e dalla riforma Brunetta è, ad oggi, escluso. A meno che il Governo Gentiloni non decida di fare un passo indietro e di emanare un provvedimento che possa restituire la mobilità, oltre ad altri argomenti, al tavolo delle trattative con i sindacati.