Comincia prendere forma l’attesa riforma del sostegno promossa dal sottosegretario Faraone: nei giorni scorsi infatti si è svolto un nuovo incontro tra Miur e sindacati riguardo le deleghe che la legge 107 ha affidato al governo. Nel corso dell’incontro i punti all’ordine del giorno hanno riguardato il ruolo del personale docente di sostegno, la revisione dei criteri di inserimento nella didattica per il sostegno e la revisione delle modalità e dei criteri relativi alle certificazioni. Questi i punti focali della riforma che, dopo una lunga gestazione, dovrebbe essere messa in campo presumibilmente già dal prossimo anno.

Si confermano dunque le linee guida già in passato esposte da Faraone che aveva spiegato come la riforma punterà in primis ad assicurare continuità didattica ma anche una maggior formazione per i docenti e di tutto il personale relativo al sostegno, oltre a una maggior inclusione degli alunni anche al di fuori delle mura scolastiche.

Gli insegnanti dovranno seguire gli alunni per tutto il ciclo di studi

Da quanto si apprende dall’informativa diffusa ai sindacati sulla delega della 107 riguardo il sostegno uno dei fattori che verranno maggiormente impattati dalla nuova riforma è proprio quello della formazione. Come già anticipato in passato del resto, i nuovi insegnanti di sostegno dovranno avere una formazione più specifica riguardo la propria mansioni secondo un percorso di formazione che implicherebbe, tra l’altro, il conseguimento di 120 crediti universitari in luogo degli attuali 60.

Altro punto centrale delle novità messe in campo dalla riforma riguarda la permanenza nel sostegno, elemento questo che va reso più vincolante per assicurare una maggiore continuità didattica. Tuttavia, considerando che l’obbligo attualmente previsto implica un vincolo di 5 anni l’idea è quella di porre un ulteriore obbligo per cui l’insegnante di sostegno dovrà seguire i propri allievi per tutto il ciclo scolastico.

Lezioni a domicilio per gli alunni più gravi

Cambiamenti sostanziali riguarderanno infine il mondo delle certificazioni che dovranno continuare sì ad essere rilasciate dalle commissioni mediche che però dovranno obbligatoriamente includere specialisti pediatri anziché geriatri e personale scolastico in modo tale da poter fornire una valutazione globale delle disabilità anche in rapporto alla Scuola.

Nella delega si parla poi di livelli essenziali per quel che riguarda le prestazioni scolastiche, l’introduzione di indicatori per la valutazione dell’inclusione a scuola, revisione degli organismi territoriali, obbligo di formazione per dirigenti e docenti circa le tematiche pedagogiche, didattiche e organizzative dell’integrazione nonché obblighi anche per il personale ATA che dovrà formarsi rispetto alle competenze specifiche assistenziali e organizzative sempre nell’ambito dell’inclusione. Si parla infine di garantire l’istruzione a domicilio per le disabilità più gravi: dovrà essere prevista dal PEI e comunque il docente potrà scegliere se aderire o meno.