Dopo la condanna di Antonio Logli a 20 anni di reclusione per omicidio volontario e distruzione del cadavere della moglie, ecco quali sono le principali tappe della scomparsa misteriosa di Roberta Ragusa. La notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012 è la notte della sparizione di Roberta Ragusa dalla sua casa di Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. Il 2 marzo del 2012, dopo poco più di un mese dalla scomparsa della donna, il marito Antonio Logli finisce iscritto nel registro degli indagati della procura della Repubblica di Pisa.

Caso Roberta Ragusa, la sentenza: 'Uccisa dal marito'

E' il 13 marzo dello stesso anno che si registra il primo "colpo di scena" nell'inchiesta aperta dalla procura pisana sulla scomparsa della donna. Intercettando Logli e la nuova compagna, la giovane Sara Calzolaio, gli investigatori scoprono che i due avevano altri due cellulari che venivano utilizzati solo per le conversazioni telefoniche tra di loro. I due telefonini sarebbero scomparsi proprio nei giorni della sparizione di Roberta Ragusa e, secondo gli inquirenti, sarebbero stati distrutti per il timore che potesse scoprirsi la loro relazione extraconiugale. Otto giorni dopo, l'11 maggio del 2012, dagli inquirenti viene ritrovato il diario personale della donna scomparsa e tra gli appunti esaminati ce n'è uno che praticamente conferma quando sostenuto dal marito a proposito del ferimento della donna qualche giorno prima di essere sparita nel nulla.

"Sono caduta - aveva scritto la donna il 10 gennaio - dalle scale della soffitta. Tragedia". Roberta Ragusa aveva riportato delle ferite alla testa e al braccio a causa della cadute dalle scale della sua casa. E' invece il 24 settembre sempre del 2012 che si sono concluse senza risultati le ricerche finalizzate al ritrovamento del cadavere di Roberta Ragusa in alcuni appezzamenti di terreno della Pineta di San Pietro a Grado, a due passi dalla base Usa di Camp Derby.

Per Antonio Logli disposta misura dell'obbligo di dimora

Si arriva così al 2013, il 21 febbraio di quell'anno, a poco più di un anno dalla scomparsa, si sono concluse le ispezioni dei carabinieri nella casa di Roberta Ragusa, in un magazzino e altri immobili di proprietà della famiglia di Logli, ispezioni durate quasi otto ore.

Chiuse il 27 febbraio del 2013 le nuove ricerche per ritrovare il corpo senza vita di Roberta Ragusa nel parco di San Rossore, sul litorale pisano. Decine tra carabinieri, poliziotti, carabinieri e volontari non hanno trovato tracce utili alle indagini perlustrando spiagge, pineta e canali del parco. Senza esito le ricerche anche in due laghetti per la pesca, vicino a Gello, nel lago di Massaciuccoli, ma anche in boschi e grotte sui monti pisani. E' il 30 aprile del 2013 che si è svolto il primo confronto all'americana in tribunale a Pisa tra Antonio Logli e il supertestimone Loris Gozi, che ha raccontato agli inquirenti di aver visto l'uomo litigare vicino casa, intorno all'una della notte della scomparsa, con una donna, ''probabilmente Roberta Ragusa''.

Queste alcune delle tappe principali della scomparsa di Roberta Ragusa. Il marito in un primo tempo era stato prosciolto dalle accuse, poi davanti al gup, prima del rinvio a giudizio, ha chiesto il processo col rito abbreviato conclusosi oggi, 21 dicembre 2016, con la condanna a 20 anni di carcere e l'interdizione perpetua della patria potestà genitoriale. Per Logli non è stata disposta la misura cautelare in carcere ma l'obbligo di dimora. Le cugine della vittima hanno comunque espresso soddisfazione per la sentenza di condanna.