In Finlandia il reddito di cittadinanza è diventato legge. La misura varata e approvata dal governo di Helsinki consiste nell'assegno di un contributo pari a 560 euro mensili che verrà erogato a 2000 cittadini disoccupati estratti a sorte. Si tratta di una misura a carattere sperimentale: si è partiti il 1 gennaio del 2017 e i disoccupati sorteggiati potranno beneficiare di questo reddito minimo di inserimento fino alla fine del 2019.

Finlandia: cosa prevede il reddito di disoccupazione

In tal modo il governo di Helsink intende "snellire" la burocrazia relativa ai vari tipi di sussidi esistenti e ridurre quindi la povertà.

In Finlandia esistono infatti 40 tipi di sussidi da parte dello Stato, ognuno specifico per una deteminata condizione, vi è ad esempio quello per gli studenti, per i disoccupati, etc. Con l'introduzione di questo reddito di cittadinanza si mira quindi a semplificare la procedure per l'assegnazione dei sussidi.

La Filnlandia ha 5,5 milioni di abitanti con un tasso di disoccupazione pari all'8%: sono 213mila le persone che non hanno un lavoro.

Si tratta di una misura indubbiamente originale se pensiamo che paesi, quali la Germania, sostengono i cittadini in difficoltà, oltre che con i sussidi di disoccupazione, anche con aiuti pratici, ad esempio con il pagamento dell'affitto o di altre bollette.

Inoltre i disoccupati destinatari di questi 560 euro mensili non sono tenuti a rendere conto allo Stato su come intendano spenderli o servirsene. E' altresì previsto che tale sussidio resti attivo anche nel caso in cui i beneficiari riescano a trovare un lavoro.

Un esperimento a carattere sociologico

Di certo l'introduzione del reddito minimo garantito può essere letto anche come un esperimento a carattere sociologico: ad esempio ci si chiede se tale misura incentiverà le persone a cercarsi un lavoro oppure se proprio per il fatto di avere questa entrata fissa mensile si crogioleranno e quindi rinunceranno a cercare realmente una occupazione.

In ogni caso tale reddito assicurato è molto basso se consideriamo che in Finlandia gli stipendi partono da circa 3000-3500 euro al mese. Ritenete che anche in Italia sarebbe auspicabile una misura del genere?