Dopo l’ammissibilità del referendum sancita dalla Corte Costituzionale lo scorso 11 gennaio, il governo ha accelerato lo studio delle novità sui voucher Lavoro, in modo da correggerne le storture, evidenziatesi in modo particolare dopo l’entrata in vigore del Jobs Act. La riforma del lavoro voluta dal governo Renzi ha infatti ampliato a dismisura i campi di possibile utilizzo dei voucher che sono diventati la nuova frontiera del lavoro sottopagato.
Vediamo quali sono le modifiche che potrebbero essere introdotte a breve.
Voucher lavoro: le possibili modifiche
Tra le novità che potrebbero essere introdotte nella regolamentazione dei voucher lavoro, le seguenti sembrano essere le più accreditate ad entrare in vigore già dal prossimo mese di febbraio:
- Diminuzione del tetto massimo. Attualmente il compenso massimo previsto per ogni lavoratore è di 7 mila euro l’anno ed una delle ipotesi allo studio prevede di riportare la quota massima a 5 mila euro, come prima della riforma del Jobs Act.
- Riduzione dei tempi di rimborso. Secondo le regole attuali, i voucher possono essere rimborsati entro dodici mesi. Un tempo troppo lungo che permette ai datori di lavoro di tenere scorte da utilizzare in caso di controlli. Una riduzione dei tempi di rimborso potrebbe disincentivare l’acquisto in blocco, facendo venire meno la possibilità di utilizzare i buoni per coprire lavoratori in nero in caso di ispezioni.
- Vietare le integrazione dello stipendio. Una delle anomalie emerse nell’utilizzo dei voucher è il suo uso per integrare lo stipendio di lavoratori già contrattualizzati (ad esempio per pagare gli straordinari). Il divieto di tale pratica dovrebbe essere un’altra delle novità di probabile adozione.
- Un tetto legato ai dipendenti fissi. Si pensa di limitare l’uso dei voucher ad una quota proporzionale al numero dei lavoratori occupati a tempo indeterminato, un po’ come avviene per quanto riguarda i contratti atipici.
- Limitazione dei settori di utilizzo dei voucher lavoro. Nati come strumento pratico per la retribuzione di lavoretti svolti da studenti e pensionati, i campi di applicazione sono stati successivamente ampliati fino all’estensione a tutte le categorie di lavoratori, decretata dal governo Monti, e la successiva abolizione del requisito di ‘occasionalità’ stabilita dal governo Letta. Si pensa ora di ritornare alle origini stabilite dalla legge Biagi del 2003.
Riforma dei voucher lavoro: basterà ad evitare il referendum?
I tempi per l’analisi delle proposte in capo per la riforma dei voucher lavoro non dovrebbero essere molto lunghi, anche se il governo si è riservato, prima di prendere una decisione in merito, di analizzare il monitoraggio sulla tracciabilità dei voucher introdotta con il decreto correttivo al Jobs Act che ha istituito multe da 400 a 2.400 euro per l’uso improprio dei buoni.
Che le novità in arrivo siano sufficienti ad evitare il referendum non è, comunque, un dato certo. Ogni eventuale modifica, infatti, dovrà successivamente essere valutata dell’Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione che dovrà verificare che queste siano in linea con il quesito referendario. Unica condizione affinché il referendum venga meno.