Il sistema previdenziale italiano è stato reso sostenibile dalla riforma delle Pensioni, ma resta la necessità di intervenire sul livello del debito (ancora troppo elevato) e sul deficit di bilancio. Lo afferma l'agenzia di rating Standard & Poor's, che ha analizzato la situazione pensionistica di lungo termine del Bel Paese. Tra le sfide più grandi c'è ovviamente l'invecchiamento della popolazione, che andrà ad impattare notevolmente sui conti della previdenza. Altro elemento con il quale sarà necessario confrontarsi è quello della bassa crescita dell'economia, una prospettiva che potrebbe avere un impatto negativo qualora destinata a protrarsi nel tempo.
Nonostante ciò, i conti pubblici legati al sistema previdenziale restano positivi. L'Agenzia americana stima la popolazione italiana nel 2050 a 67 milioni di persone, mentre il cosiddetto "oldage dependency ratio" (ODR) dovrebbe attestarsi attorno al 53%, contro l'attuale 33%. Vediamo di cosa si tratta e qual è il significato del parametro nel nostro nuovo articolo di approfondimento.
Pensioni in Italia nel 2050: situazione favorevole rispetto agli altri Paesi Europei
Partiamo prima di tutto dalla stima dell'ODR appena citato. Si tratta del rapporto tra coloro che hanno almeno 65 anni di età e le persone che invece hanno tra i 15 ed i 64 anni. Come abbiamo appena spiegato, ad oggi l'indicatore si ferma al 33%, mentre entro il 2050 potrebbe arrivare quasi a raddoppiare.
Il parametro è importante per valutare la sostenibilità non solo del sistema previdenziale, ma anche del fabbisogno utile per garantire il welfare più in generale. Si pensi ad esempio allo sviluppo delle spese sanitarie in riferimento all'invecchiamento della popolazione: più aumenta l'età media, più sale il costo rispetto al Pil.
Se oggi quest'ultime sono stabili al 24,7%, se ne stima un progressivo aumento fino al 25,2%. Nonostante ciò, l'impatto delle riforme previdenziali attuate negli ultimi anni dovrebbe garantire la tenuta del sistema: una prospettiva particolarmente favorevole soprattutto se si effettua il confronto rispetto agli altri Paesi Europei, molti dei quali non sono ancora intervenuti per contenere le conseguenze dell'invecchiamento della popolazione.
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