Le nuove assunzioni dei lavoratori precari nella Pubblica Amministrazione interesseranno, in particolar modo, tutti coloro che hanno maturato almeno tre anni di Lavoro, anche se non continuativo. Nelle notizie, del numero degli anni di anzianità della riforma Madia che finora erano circolate, non era stato ancora reso noto e specificato questo importante nuovo dato.

Riforma Madia sul lavoro precario: la soglia minima per essere assunti nella PA

Il piano straordinario, previsto dalla nuova riforma sul lavoro del ministro Madia, apre la strada per le assunzioni che coprirà il periodo che va dal 2018 al 2020.

La riforma prevede, infatti, la possibilità di reintegrare, con contratto a tempo indeterminato, coloro che già lavorano nell’amministrazione Pubblica a tempo determinato e che hanno maturato minimo 3 anni di anzianità di lavoro precario. Nella riforma viene contemplata la possibilità di prevedere l’apertura di nuovi bandi di concorso che riservino, al personale precario interno, almeno il 50 per cento dei posti di lavoro disponibili.

Assunzioni dei lavoratori precari: i requisiti minimi previsti dalla riforma Madia nella pubblica amministrazione

La buona notizia per i lavoratori precari del pubblico impiego: riguarda in particolar modo tutti coloro che hanno maturato almeno tre anni di lavoro anche se non continuativi.

È importante sottolineare che, la riforma, prevede questo tipo di agevolazione solo ed esclusivamente ai lavoratori precari della Pubblica amministrazione vincitori di concorso pubblico. Chi non possiede questi requisiti richiesti, dovrà obbligatoriamente cimentarsi prima nel concorso per poter essere assunto. La bozza della riforma, nello specifico, dice che le amministrazioni comunali, allo scopo del superamento del precariato e per ridurre l’utilizzo dei contratti a tempo determinato e allo stesso tempo valorizzare la conseguita professionalità del personale, attraverso il rapporto di lavoro a tempo determinato e in relazione ai propri bisogni, potranno, nel triennio 2018/2020, assumere con contratto a tempo indeterminato il personale (non dirigenziale) già precedentemente selezionato attraverso concorsi e che abbia maturato almeno tre anni di servizio, anche non continuativi. Considerando anche, nello stesso triennio, la possibilità per le amministrazioni, di bandire concorsi riservati.