Dei tre quesiti referendari proposti dalla CGIL, solo due sono stati ammessi dalla Corte Costituzionale lo scorso 11 gennaio 2017; tra questi il più importante per i lavoratori è quello che propone di eliminare completamente i voucher, lo strumento utilizzato per pagare le prestazioni occasionali e/o saltuarie.

Il Ministro del Lavoro On.le Giuliano Poletti si è già messo in moto per evitare il referendum e sta cercando soluzioni condivise per modificare l'attuale normativa e riportare il voucher alle origini, ovvero, com'era prima della liberalizzazione avviata dal Governo Renzi e dallo stesso On.le Poletti nel 2013.

A detta del Governo, infatti, i voucher stanno assolvendo al loro dovere, quello di retribuire i lavoretti saltuari svolti dai ragazzi dai 19 ai 24 anni che, diversamente, verrebbero pagati "in nero".

CISL e UIL sembrano abbozzare, ma di diverso avviso è la CGIL che li ritiene, come sostiene Susanna Camusso,"uno strumento malato che va abolito perchè determina una sommersione anzichè un'emersione del lavoro nero e irregolare".

Voucher: qual era il loro scopo?

L'INPS afferma che, per prestazione di lavoro occasionale accessorio, si deve intendere un'attività lavorativa non riconducibile a tipologie contrattuali tipiche del lavoro subordinato o autonomo.

Ma è veramente così?

Molti contestano il sistema dei voucher perchè questi ultimi favorirebbero il precariato e il lavoro nero (la cui eliminazione era proprio l'obiettivo del sistema dei voucher).

Numerosi datori di lavoro, infatti, preferiscono utilizzare lavoratori a voucher piuttosto che assumerli con altre forme di contratto (a tempo determinato e/o indeterminato, a chiamata, ecc.).

Questo sistema non solo penalizza la stabilità dei lavoratori, che non hanno la possibilità di iniziare e/o continuare la loro carriera previdenziale nonostante il più delle volte il rapporto di lavoro sia caratterizzato da esclusività e continuità della prestazione, ma non è compatibile con i requisiti richiesti per l'utilizzo dei voucher dalla normativa in essere.

Chi è il lavoratore "tipo" a voucher?

Recenti statistiche hanno rilevato che i maggiori beneficiari dei voucher (€ 7,50 netti l'ora) sono le donne over 40', seguite dai giovani under 25; terzi in classifica i disoccupati (con o senza ammortizzatori sociali) e, fanalini di coda, i pensionati.

Parlando di settori, ritroviamo al primo posto per l'utilizzo dei voucher, alberghi e ristorazione, seguiti dai settori manifatturiero, costruzioni e agricoltura.

Le regioni invece che più hanno utilizzato i buoni lavoro, sono state quelle del Nord Italia: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna su tutte.