Continuano le ampie polemiche accese in questi giorni dalla delegazione delle lavoratrici ed in modo particolare dalla rappresentante del Comitato Opzione Donna Orietta Armiliato. Un argomento lasciato fermo al palo che sembra non entrare nell'ottica del Governo Gentiloni concentrato ancora sui decreti attuativi.

Opzione donna, verso un nuovo intervento?

A nulla sono servite le proteste e la battaglia iniziata tempo fa dal Partito Democratico volti a chiedere una proroga del regime sperimentale donna fino al 31 dicembre 2018. Ad intervenire anche l'onorevole del Pd Maria Luisa Gnecchi, da anni in prima linea per la proroga dell'opzione donna e altre misura in materia previdenziale.

Anche lei, come il Comitato guidato dalla Armiliato, continua a protestare al fine di giungere ad un nuovo intervento che possa dare la possibilità a migliaia di lavoratrici di raggiungere la quiescenza.

Non si spera più ormai in una proroga per via delle penalità che sarebbero costrette a sopportare le lavoratrici qualora decidessero di anticipare l'uscita: essi, infatti, avrebbero dovuto accettare un ricalcolo contributivo dell'assegno pensionistico. Come spiega il deputato di Sinistra Democratica Titti Di Salvo, la proroga del regime contributivo donna sarebbe un traguardo difficile da raggiungere per via del'impossibilità di utilizzare le risorse stanziate. Per questo motivo sarà compito della Gnecchi proporre un nuovo intervento più strutturale senza però escludere l'ipotesi lanciata dall'ex sottosegretario Tommaso Nannicini riguardante l'anticipo pensionistico per le lavoratrici.

Giorno 23 marzo nuovo confronto sulla previdenza

Intanto, l'esecutivo non ha ancora emanato i decreti attuativi che avrebbero dovuto essere pronti per il 2 marzo. Nei giorni scorsi l'esecutivo ha tenuto un confronto che si è concentrato maggiormente sul tema lavoro e ammortizzatori sociali: l'altro confronto è stato fissato per il 23 marzo, giorno in cui si discuterà sull'argomento previdenza, mentre il 30 marzo un altro confronto si aprirà per discutere sulla governance dell'Inps. Giorno 23 marzo, infatti, potrebbe aprirsi uno spiraglio anche sull'opzione donna.