Con il colpo di coda delle deleghe alla Buona Scuola il governo Renzi ha riformato il sistema scolastico proprio sotto tutti gli aspetti: tra le ultime novità, la discussa riforma del sostegno che, oltre ad alimentare il dibattito sulla questione delle ore assegnate a ciascun alunno (per cui una disabilità grave non darà più diritto in automatico al massimo delle ore di sostegno ma la quantificazione si baserà su una valutazione diagnostico funzionale) e sulla sbandierata continuità didattica (solo sulla carta), pone in essere un vero e proprio stravolgimento per quel che riguarda l'accesso all'insegnamento come insegnante di sostegno.

Tra le novità più importanti spiccano il vincolo decennale al ruolo e la separazione delle carriere rispetto agli insegnanti del ruolo normale.

Continuità didattica, solo sulla carta

Allo scopo di assicurare continuità didattica per gli alunni del sostegno infatti (e anche per evitare i disagevole andazzo del passaggio dei tuoi di sostegno ai ruoli normali), con la riforma verrà assicurata una netta separazione delle carriere tra gli insegnanti di ruolo normale e quelli di in sostegno: i docenti specializzati non avranno infatti abilitazione in alcuna materia, e in più dovranno sottostare al vincolo del blocco decennale nel ruolo (ma non nella stessa scuola, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n.

378, in virtù di una continuità didattica solo sulla carta). L’iter per avere accesso all'insegnamento sarà tuttavia riformato per tutti: niente più abilitazione, si accederà un concorso pubblico nazionale indetto su base regionale al termine del quale si approderà a un triennio di formazione e tirocinio prima dell’inserimento in ruolo.

Crediti universitari e tirocini

Nello specifico, la formazione per il sostegno verrà distinta per la scuola primaria e dell'infanzia e per la scuola secondaria: in entrambi i casi il corso, di durata annuale, a cui si accederebbe previo il superamento di un’altra prova attuata dall’Università erogatrice, prevede l'acquisizione di 60 CFU di cui almeno 12 relativi ad attività di tirocinio (300 ore).

A partire dal 2019 l’accesso al corso per la formazione dei docenti delle scuole dell’infanzia e primaria sarà destinato solo ai laureati magistrali a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria che abbiano altresì ottenuto ulteriori 60 CFU in didattiche dell’inclusione (oltre a quelli già previsti dal corso di studi, possono essere fatte valere attività di tirocinio svolte durante gli studi e tesi di laurea attinenti a sostegno e inclusione). Per desidera accedere al sostegno nelle scuole secondarie invece dal 2019 bisognerà essere in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente per l'insegnamento nelle scuole secondarie, oltre aver conseguito 60 CFU in attività didattiche relative all'inclusione (esclusivamente presso Università).