L’avvento della riforma Fornero sul sistema previdenziale italiano, per molti lavoratori è stata una vera e propria sciagura. La pensione si è allontanata nel tempo, i requisiti di accesso, sia come età che come contribuzione versata si sono inaspriti decisamente. La pensione anticipata che prima era fissata con 40 anni di versamenti, con l’avvento della Fornero si centra con 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne). Quella di vecchiaia, con 20 anni di contributi, si percepisce a partire dai 66 anni e 7 mesi di età. L’aspettativa di vita ed il sacrificio che la Fornero chiese agli italiani, sull’altare della crisi e dello spread, tiene a lavoro ancora, molti italiani che prima del Governo Monti sembravano vicinissimi alla quiescenza.
Una deroga agli inasprimenti fu lasciata però in vigore e questa, oggi, ritorna in auge per via di una proposta che mira ad estenderla quanto più possibile ai lavoratori.
Il DDL 4196
La proposta che è sul tavolo della Commissione Lavoro della Camera è un DDL che tra i firmatari ha Cesare Damiano e l’Onorevole Gnecchi. Il Disegno di Legge, in poche parole, prevede di consentire l’uscita a 64 anni ai dipendenti del settore privato, agli iscritti all’AGO ed alle sue forme di previdenza sostitutiva, utilizzando proprio la deroga Fornero. La proposta mira a correggere un articolo della Decreto Legge 201 del 2011, cioè la riforma Fornero. Il sistema previdenziale italiano richiede maggiore flessibilità in uscita e ne Quota 41, ne tantomeno l’APE, cioè le due novità di cui si attendo a giorni, i decreti attuativi, sembrano rispondere a questa esigenza.
L controriforma della tanto odiata Legge Fornero non è stata fatta, si tratta solo di interventi tampone e probabilmente poco utilizzabili. Ecco perché si cercano vie alternative, tra le quali proprio questa inserita nella proposta. Quota 41 ed APE sociale per esempio, sono destinate ad una platea di soggetti disagiati lavorativi, di salute o con particolari esigenze familiari.
L’APE volontaria, che è quella che il Governo ha speso nell’ottica di concedere maggiore flessibilità, altro non è che un prestito bancario o un reddito ponte che poi andrà restituito.
Come funziona la deroga
La Deroga Fornero è ancora in vigore e quindi, se ne chiede l’estensione a tutti. Se passasse la proposta, tutti coloro che hanno una età di almeno 64 anni compiuti e che entro la fine del 2012 avevano già 35 anni di contributi, potrebbero lasciare il lavoro in anticipo.
I contributi utili al calcolo sarebbero tutti quelli maturati, compresi i figurativi che per esempio, non sarebbero utili per APE e quota 41. Per le donne, il trattamento sarebbe ancora più favorevole perché, ferma restando l’età minima richiesta di 64 anni, basterebbe aver completato 20 anni di contributi entro il 31 dicembre 2012. La correzione dell’articolo relativo alla deroga (detta anche salvacondotto) mira ad eliminare il cosiddetto paletto del 28 dicembre 2011. Infatti, l’articolo 24 del Decreto Legge 201, al comma 15bis prevede che possano rientrare tra i beneficiari, solo coloro che al 28 dicembre 2011 erano regolarmente assunti, discriminando coloro che non erano al lavoro per disoccupazione, assistenza familiari e così via.
La proposta poi, eliminerebbe l’aspettativa di vita che farebbe salire a 64 anni e 7 mesi di età il limite per centrare i requisiti del salvacondotto. Il DDL richiama anche alla famosa Deroga Amato, che consentiva l’uscita con soli 15 anni di contributi purché centrati prima del 1993, oppure se autorizzati ai volontari prima entro il 31 dicembre 1992.