La storia dei diritti inespressi, delle somme a maggiorazione della propria pensione che mai l’Inps a erogato a molti pensionati, sta interessando una vasta platea di italiani. Molti sindacati e patronati si sono mobilitati per controllare la posizione pensionistica di molti loro tesserati proprio alla luce di questa anomalia previdenziale. Le cifre di cui si parla, cioè 300 euro di aumento a pensionato, nella maggior parte dei casi sono esagerate, attestandosi in una cifra vicina alle 50 euro di aumento a testa. Cifra esigua ma pur sempre importante, soprattutto alla luce del fatto che per molti potrebbero scattare arretrati di diversi anni.

I diritti inespressi

La vicenda è nota e riguarda i cosiddetti diritti inespressi. Si chiamano così perché pur essendo diritti di ciascun pensionato, l’INPS non li eroga automaticamente, ma bisogna farne richiesta. Inespressi dunque, perché mai nessun pensionato, tra quelli a cui evidentemente spetterebbero, ne hanno presentato richiesta. La quattordicesima, le maggiorazioni sociali che scattano in base all’età, le integrazioni al minimo o le somme aggiuntive per gli invalidi, sono alcuni dei diritti che spettano sulle Pensioni e che molti nemmeno sanno di poterli sfruttare. Da quando l’INPS, sposando la tecnologia e la rete, non invia più a casa la busta paga del pensionato, cioè il Modello OBIS-M, i pensionati non hanno più davanti agli occhi tutte le voci che costituiscono il totale della pensione che mensilmente percepiscono.

Per controllare i dati bisogna essere in possesso di PIN e credenziali di accesso ai servizi telematici dell’Istituto, cosa ancora poco comune ai più. Ecco perché CAF, patronati e sindacati si sono mobilitati a chiedere ai propri pensionati di controllare la pensione.

Quanto spetterebbe in media?

Allontanandoci dalla paventata cifra di 300 euro di aumento cadauno, le cifre si assestano come dicevamo tra i 40 ed i 50 euro di aumento.

Sarebbe una pensione su tre ad essere interessata da questa situazione, cioè oltre 6 milioni di pensionati. Per coloro che da anni sono in questa situazione, si possono richiedere arretrati fino a 5 anni indietro, il che rende molto importante farne richiesta. Controllare sarebbe molto importante perché molti dei diritti inespressi, sono nati e spettano ai pensionati, anche dopo la prima decorrenza della pensione.

Per le pensioni minime soprattutto, assegni familiari sopraggiunti successivamente, maggiorazioni sociali per ultrasettantenni e così via, possono essere davvero ritoccate. In linea di massima, bisognerebbe presentare una domanda di ricostituzione della pensione inserendo nel modello telematico dell’Istituto, i diritti che si richiedono, soprattutto dopo aver controllato quelli che mancano dal proprio cedolino.