La relazione fa riferimento al controllo della Corte dei Conti europea sull'attuazione del programma Garanzia Giovani in sette paesi membri dell’Unione tra cui l’Italia. A che punto siamo con la disoccupazione giovanile, ovvero le politiche dell’UE hanno migliorato la situazione?

Il dato di partenza è nell’UE oltre 4 milioni di giovani sotto i 25 anni erano ancora disoccupati alla fine di giugno 2016”. E adesso cosa è cambiato?

A distanza di tre anni dall'avvio del programma la situazione non soddisfa le aspettative iniziali.

Qual è la finalità di Garanzia Giovani?

Permettere ai NEET di ricevere un'offerta di Lavoro che sia di qualità al termine degli studi, entro quattro mesi dall’uscita dal sistema di istruzione formale o dall’inizio della disoccupazione con agevolazioni previste per chi assume (vedi anche bonus assunzione). Ebbene, nessuno degli Stati membri visitati ha ancora provveduto affinché tutti i NEET abbiano l’opportunità di ricevere un’offerta entro quattro mesi. Anzi nei cinque Stati membri visitati, il contributo dell’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile al conseguimento degli obiettivi della Garanzia per i giovani risultava, al momento dell’audit, molto limitato.

In Italia che succede? Nel nostro paese si apprende dalla relazione c’è come in Bulgaria e Romania il tasso più alto di NEET inattivi.

Nel nostro paese i servizi per l’impiego sono inerti o adottano strategie sbagliate e i risultati sono inefficaci. In particolare il problema della registrazione dei Neet: si registra il dato che alla fine del 2015 l’identificazione dei NEET in Francia era all’82% mentre nel nostro paese appena al 38%. Inoltre le autorità italiane hanno deciso, come si legge a pagina 28, “di non trasferire automaticamente al sistema della Garanzia per i giovani i soggetti rispondenti ai criteri NEET che erano già registrati come “disoccupati” presso lo SPI, chiedendo invece loro di riregistrarsi.

Questa scelta deliberata da parte delle autorità nazionali ha comportato un ulteriore onere per i NEET e un tasso di registrazione molto basso”. In particolare la strategia adottata nel nostro paese ha causato eccessivi oneri a carico dei giovani disoccupati che si sono dovuti registrare più volte e il risultato è stato un indice di registrazione basso.

Come si esce, invece, dal sistema? In Italia accade che “tutti i partecipanti firmano una dichiarazione di immediata disponibilità ad iniziare una misura”, perchè i giovani devono essere attivi, e la cosa contribuisce ad abbassare la media di uscite negative. Risulta alla Corte invece che senza dichiarazione i soggetti cadono in un dimenticatoio per le Autorità italiane (ovvero un 30% dei NEET italiani è stato escluso dal target del Piano). Poi comporta che in un gran numero di casi le uscite positive non corrispondono ad un lavoro ma a tirocini di cui nel nostro paese si è fatto un largo uso. Ancora, il tempo di attesa in realtà è molto più lungo perché, come rileva la Corte, “la data a partire dalla quale viene calcolato il periodo di quattro mesi entro cui presentare un’offerta ai NEET è la data in cui un NEET viene valutato e ne viene definito il profilo, piuttosto che il momento in cui si registra nel sistema della Garanzia”.

Altra nota dolente sono i tempi di pagamento che sempre è superiore ai 60 giorni.

In Irlanda invece lo Stato ha adottato un sistema per rilevare per individuare l’intera popolazione di NEET che si è rivelato efficace, ovvero ha fornito a tutti i disoccupati di più di 18 anni un sostegno al reddito, pari a 100 euro a settimana per persona senza figli a carico. Con questo sistema tutti i giovani NEET di 18 anni eccetto un piccolissimo numero sono registrati presso il Servizio della protezione sociale.

Per l'estate prossima è prevista la partenza della fase 2 del programma e in tema il 10 maggio 2017, si terrà una conferenza sull'occupazione giovanile che proprio la Corte dei Conti europea organizzerà presso il Parlamento europeo.