La riforma delle Pensioni, quella di cui tanto si parla in queste ore per via degli attesi decreti attuativi di APE e quota 41, ha prodotto sostanziali novità per un’altra misura prevista dalle attuali norme previdenziali, la pensione anticipata per usuranti. Una cosa importante è la scadenza delle domande per chi rientra tra gli addetti a lavori usuranti e che centrerà i requisiti nel 2018. Le istanze infatti scadranno il prossimo 1° maggio e la mancata richiesta rischia di far posticipare il diritto alla pensione ai meno attenti. Per ha già maturato i requisiti o lo farà entro fine anno, le domande sono scadute il 3 marzo.
Dal 2018, tutti coloro che raggiungono i requisiti nell’anno successivo, dovranno presentare istanza entro maggio dell’anno precedente, proprio come quest’anno. Ma come funziona la pensione anticipata per usuranti?
Platea di lavoratori
Secondo le regole e secondo l’elenco previsto dall’Inps, i lavoratori che svolgono mansioni usuranti e che rientrano nella misura sono:
- lavoratori impegnati in galleria, cava o miniera
- lavoratori in cassoni ad aria compressa o palombari
- addetti a mansioni con esposizione ad alte temperature
- lavoratori in spazi ristretti
- lavoratori del vetro
- addetti alla lavorazione o asportazione dell’amianto
- conducenti di mezzi di trasposto pubblico da almeno 9 passeggeri
- operai nelle linee a catena
Alla stregua dei lavori usuranti vengono considerati i notturni:
- lavoratori impegnati in turni che lavorano 6 ore tra la mezzanotte e le 5 del mattino per 78 giorni l’anno
- lavoratori che svolgono attività per almeno 3 ore a notte (24:00- 05:00) per tutto l’anno
Domanda, altri requisiti e come centrare la quota
A partire da gennaio 2017 il periodo minimo di attività nel campo dei lavori sopracitati deve essere stato svolto per almeno 7 degli ultimi 10 anni di lavoro.
In alternativa, si può rientrare nello scivolo se si può dimostrare di aver esercitato le attività usuranti per la metà della propria vita lavorativa. Resta inteso che possono utilizzare lo scivolo, solo i lavoratori dipendenti del settore privato o del pubblico impiego che possono vantare larghi periodi contributivi in lavori usuranti.
L’età pensionabile per questi soggetti è di 61 anni e 7 mesi con 35 anni di contributi versati, centrando però la quota 97,6. Esclusi i lavoratori autonomi ad eccezione di quelli che possono raggiungere i requisiti per usuranti, cumulando i versamenti per periodi passati come lavoratori in proprio, nelle casse competenti per il lavoro autonomo.
In questo caso, i requisiti ed il quorum da raggiungere salgono tutti di un anno e restano in vigore le finestre mobili, con pensione che decorrerà dopo 18 mesi. Le finestre mobili sono la novità più vantaggiosa che la Legge di Bilancio ha riservato agli usuranti. In pratica, sono state abolite e la decorrenza della pensione partirà al raggiungimento dei requisiti di accesso e non dopo 18 mesi. Soppresso inoltre il meccanismo dell’aspettativa di vita che avrebbe dovuto innalzare di 4 mesi le soglie da raggiungere, come età, contributi e quorum. Il termine di scadenza del 1° maggio è relativo all’istanza da presentare all’INPS come richiesta di valutazione dei propri requisiti. In pratica, il 1° maggio scade la richiesta certificativa, perché deve essere l’INPS a valutare e confermare il possesso dei requisiti specifici per rientrare nella pensione agevolata.
Solo successivamente si potrà presentare domanda di pensione vera e propria. L’istanza va presentata telematicamente tramite CAF o patronati oppure con il modello AP45 che si trova sul sito dell’INPS ed è scaricabile. Per raggiungere la quota si utilizzano anche le frazioni di anno e le settimane di contributi versati. Per esempio, un lavoratore con 1820 contributi settimanali, cioè 35 anni esatti di versamenti e 61,7 anni di età, arriva a quota 96,7, insufficiente per l’accesso al beneficio. Saranno necessari o qualche settimana di lavoro in più o qualche mese di età anagrafica in più.