Si attendono ancora i decreti sull'Ape volontaria e sul meccanismo di Quota 41 a favore dei lavoratori precoci. Il Governo Gentiloni ha compiuto un altro passo avanti per quanto riguarda il varo del decreto inerente all'Ape Sociale, il cosiddetto reddito ponte fino ad un massimo di 1.500 euro mensili corrisposto ai lavoratori economicamente più svantaggiati fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Il Cds fornisce le modifiche necessarie

Intanto, il Consiglio di Stato fornisce alcuni chiarimenti in merito ai Dpcm che abbracciano i benefici previdenziali che avrebbero dovuto decollare a partire dal primo maggio 2017.

Stando al parere del Cds, infatti, l'esecutivo dovrà riconoscere la decorrenza retroattiva dando così la possibilità ai lavoratori che richiederanno i benefici di accedere alle misure sin dal primo maggio.

I giudici si sono pronunciati anche sull'alleggerimento dei costi che i cittadini sarebbero costretti a sostenere per produrre la certificazione che servirà per corredare la domanda da presentare all'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale che avvierà la procedura di monitoraggio e certificherà il diritto di accesso alla misure. Come annunciato più volte, il termine perle presentazione delle domande era stato fissato per il 30 giugno; giorno che sembra destinato a cambiare dopo il parere negativo dei giudici del Consiglio di Stato: "Il significativo ritardo con il quale il presente regolamento verrà emanato, rende ora la data del 30 giugno 2017 un termine irragionevolmente breve, perché costringe gli interessati a presentare la domanda in meno di sessanta giorni dall'entrata in vigore del decreto", è questo il parere dei giudici che per questo motivo chiedono all'esecutivo lo spostamento della data per il termine della presentazione delle istanze al 31 luglio 2017.

Bocciata l'ipotesi della graduatoria

Gli stessi giudici, sono costretti a bocciare l'ipotesi di una graduatoria finale in caso di superamento delle domande di accesso sulla base delle risorse finanziarie disponibili. Sono queste le principali modifiche suggerite dal Consiglio di Stato che sta tuttora esaminando i decreti attuativi che darebbero efficacia alle norme in materia previdenziale.

L'unica cosa certa, al momento è che l'Ape Sociale prenderà piede a partire dal primo maggio e potranno farne richiesta tutti quei lavoratori appartenenti alle categorie più deboli che hanno compiuto almeno 63 anni di età anagrafica e 30 anni di contributi (36 per i lavoratori con mansioni usuranti).