La data del 1° maggio 2017 rappresenta un obiettivo sebbene, dalle ultime notizie diffuse, pare possa essere preso in considerazione uno slittamento di almeno due settimane per quanto riguarda l'APE volontaria. Per gli altri strumenti previdenziali, previsti dalla Legge di Bilancio 2017, quella del primo maggio dovrebbe essere, invece, una data confermata: lo scenario delle Pensioni cambia notevolmente soprattutto per quanto riguarda l'APE sociale e i precoci. SI tratta di modifiche, sicuramente significative, rispetto a quanto previsto dalla Riforma Fornero.

Di seguito, quindi, analizziamo tutti i principali cambiamenti che interessano i lavoratori che intendono andare in pensione anticipatamente.

APE volontaria o di mercato: dubbi sui tempi

La sezione più complicata, rispetto alla trattativa in corso tra Governo e sindacati, è sicuramente quella relativa all'APE e, in particolar modo, quella dell'APE volontaria. Il dubbio principale riguarda i tempi: le previsioni del 1° maggio, come apertura della finestra per la presentazione delle istanze all'Inps, potrebbe slittare di almeno un paio di settimane. La causa del ritardo affonderebbe le proprie radici nella pluralità di interlocutori seduti al tavolo di confronto: non solo il Ministro Poletti e i sindacati ma anche, per le caratteristiche proprie della misura previdenziale, istituti bancari e assicurazioni.

Infatti, essendo l'APE volontaria chiesta direttamente dal lavoratore la stessa assume i connotati di un vero e proprio prestito, esente da tassazione, erogato dalla banca con rate mensili. Per questo stesso motivo necessità di polizze assicurative a garanzia della restituzione del prestito.

Chi può chiedere l'APE volontaria

Per beneficiare della misura previdenziale, anche detta APE di mercato, il lavoratore deve trovarsi in una serie di condizioni:

  • Aver compiuto il 63esimo anno di età
  • Aver versato contributi per almeno 20 anni
  • Non trovarsi ad oltre 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia
  • Non risultare già intestatario di altre forme di pensione diretta
  • Essere assicurato presso la previdenza pubblica obbligatoria, quindi quella gestita dall'INPS

Per quanto riguarda l'assegno versato al lavoratore, lo stesso non può essere superiore al 90% della pensione futura che verrà percepita da chi ne fa richiesta.

A determinare l'importo dell'assegno è anche il periodo per il quale viene richiesta la misura:

  • 90% se il periodo è inferiore ai 12 mesi
  • 85% per un periodo compreso tra i 12 ed i 24 mesi
  • 80% se chiesta per un lasso di tempo compreso tra i 24 ed i 36 mesi
  • 75% se il prestito viene chiesto per oltre 36 mesi

Requisiti per ottenere l'APE sociale

La differenza sostanziale tra APE volontaria e APE sociale consiste nella provenienza dell'erogazione delle somme a favore del lavoratore. Nel primo caso si tratta di banche e quindi di somme che vanno restituite, nel secondo caso la somma viene erogata direttamente dallo Stato. Quali sono i lavoratori che possono accedere all'APE sociale:

  • Dipendenti che si trovino in uno stato di disoccupazione per via di un licenziamento, di dimissioni conseguenti a giusta causa o di una risoluzione consensuale del contratto di lavoro
  • Lavoratori autonomi o dipendenti che, al momento della richiesta, assistano da almeno 6 mesi un parente con gravi disabilità
  • Lavoratori, siano essi autonomi che dipendenti, la cui capacità lavorativa è stata ridotta di almeno il 74% a causa di una riconosciuta invalidità civile
  • Lavoratori impiegati nelle cosiddette attività gravose, elencate in 11 categorie, da almeno 6 anni. Per questo aspetto è stata prevista una franchigia di 12 mesi per spalmare il periodo di lavoro a 7 anni nel caso in cui ci sia stata un'interruzione del rapporto per almeno 12 mesi.

Quota 41, requisiti per l'anticipo pensionistico

Alcune categorie di lavoratori che potranno beneficiare dell'APE sociale, sempre dal 1° maggio 2017 potranno godere della pensione anticipata con la cosiddetta Quota 41.

Si tratta di quei lavoratori che, indipendentemente dall'età anagrafica, abbiano già versato almeno 41 anni di contributi purché abbiano svolto un lavoro di almeno 12 mesi entro il 19esimo anno di età. I dubbi, sollevati dalle organizzazioni sindacali e che verranno affrontati nei prossimi giorni durante i confronti al Ministero del Lavoro, riguardano le somme a copertura della misura previdenziale. Secondo i sindacati infatti le somme previste non sarebbero sufficienti a soddisfare l'accesso al pensionamento anticipato per tutte le categorie che rientrano nelle cosiddette mansioni gravose.